Questo mese Presidente del Mix (Milan Internet eXchange), Joy Marino, commenta per noi i dati del traffico Internet italiano senza il contributo di Simone Morandini.
“Si esce poco la sera…” Ho sempre pensato che la canzone L’anno che verrà di Lucio Dalla rappresentasse un mondo distopico in cui l’unica via d’uscita fosse immaginare un futuro che non c’è. Spero che questa volta non ce la propinino a tutto spiano alla radio negli ultimi giorni dell’anno: più che un buon auspicio, l’ho sempre considerata un po’ iettatoria.
Avrei voluto, arrivati al mese di novembre di quest’anno bisesto, parlare finalmente di qualcos’altro. Ad esempio che MIX ha festeggiato “20 nel 2020”, che ha passato il giro di boa dei suoi primi 20 anni. Invece siamo sempre qui a girare intorno alle solite parole: pandemia, curva dei contagi, lockdown, smart working.
Ci sono però alcuni fatti nuovi, di cui si cominciavano a vedere le prime avvisaglie il mese scorso e che ora sono chiaramente evidenti.
Innanzitutto, il traffico di Internet, così come possiamo interpretarlo dal nostro osservatorio, cresce, regolarmente e sistematicamente.
Dalla primavera a oggi, tutti gli operatori di contenuti hanno potenziato le proprie infrastrutture e gli operatori di accesso si sono adeguati di conseguenza.
Qualche numero che ci riguarda da vicino, in sintesi: ancora ad aprile, MIX aveva 12 clienti con porte a 100 Gbps o superiori, che cubavano 2 Tbps complessivamente su un totale di capacità aggregata di oltre 5 Tbps. Oggi ci sono 17 clienti con connessioni a 200 Gbps o più, pari a 4 Tbps su un totale di circa 8 Tbps di capacità aggregata.
Il lockdown a geometria variabile ha riportato in alto il traffico Internet generato da smart working e di didattica a distanza: durante i giorni feriali, dalle 9 alle 18, il traffico è sugli stessi valori del primo lockdown, al più con qualche flessione a inizio settimana.
Ma soprattutto nel “prime time” serale si vede un utilizzo di banda maggiore, caratterizzato da una ripetitività e uniformità di picchi molto costante.
Tutte le sere ci ritroviamo sdraiati sul divano a scegliere tra una varietà sempre più ampia di offerte di streaming, per non parlare di quando ci sono le serate di calcio, sia di campionato italiano sia delle coppe europee, e il traffico cresce ulteriormente (forse per il raddoppio di ogni utenza domestica?).
È grazie a questi picchi serali che MIX ha finalmente superato il suo record di traffico che resisteva da marzo: in occasione di tutte le ultime partite di Champions abbiamo sistematicamente sforato la soglia di 1,2 Tbps.
Rispetto al primo lockdown, però, c’è qualcosa di diverso. Prima eravamo orgogliosi di essere stati capaci di reagire positivamente alle restrizioni, volevamo dimostrare al mondo di saper usare Internet per continuare a lavorare e studiare come prima, in attesa che la buriana passasse; magari a fine giornata aprivamo le finestre e cantavamo tutti insieme una canzone, per farci coraggio, e la sera la dedicavamo a mantenere i rapporti sociali con qualche videochiamata da smartphone (notoriamente a basso consumo di banda rispetto al film in HD).
Ora ci siamo “sdraiati” e subiamo le nuove restrizioni, magari cercando il conforto dei contenuti in streaming come anestetico, visto che nemmeno il pensiero che arrivi Natale è di sollievo. Che dire? Ringraziamo i giovanotti in calzoni corti che sfidano il freddo e gli stadi vuoti per riscaldare il cuore dei loro tifosi; ringraziamo le piattaforme di streaming che sono diventate anche produttori e che anticipano in Rete i film che altrimenti resterebbero ad ammuffire fino alla riapertura dei cinema.
E, soprattutto, speriamo che siano pronti presto i vaccini e che i soldi che arriveranno nell’anno che verrà siano ben spesi per colmare una volta per tutte il gap digitale della nostra Italia.
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