Cresce il consenso attorno alla tecnologia per le trasmissioni senza fili ad alta velocità. Due le versioni, per collegare postazioni fisse e, in futuro, terminali in mobilità.
Dopo tanto parlare di Wi-Fi, è il momento di Wi-Max (World interoperability for microwave access), tecnologia broadband senza fili su cui si stanno concentrando le aspettative dell’industria It. Consentirà di realizzare collegamenti punto-punto (cioè fissi) ad alta velocità, e potrà soppiantare le attuali soluzioni per “l’ultimo miglio”, ma anche, nei prossimi anni, connettere a Internet notebook e palmari, come fa adesso il Wi-Fi, anche in mobilità. Il primo standard, relativo al “fixed wireless” è stato ratificato nel 2003, con il nome di 802.16a, e attualmente si sta lavorando a un secondo gruppo di norme, siglate 802.11e, che introdurrà la possibilità di effettuare il roaming e quindi spostarsi da una cella all’altra.
Le attese sono grandi, ma molti nodi vanno ancora sciolti. Per esempio, è recente la notizia che il WiMax Forum, l’associazione che dal 2001 raggruppa i vendor impegnati a sviluppare la nuova tecnologia, ha rinviato di sei mesi le prove di interoperabilità dei prodotti, che non cominceranno prima di giugno.
Tuttavia, i principali vendor hanno fatto sapere che il ritardo non avrà conseguenze e che, negli Stati Uniti, le stazioni radio base e i dispositivi per gli utenti finali saranno rilasciati entro l’anno e saranno interoperabili. In italia, il Ministero sta preparando le consultazioni degli operatori interessati e non è escluso che venga richiesta una licenza per l’uso delle frequenze, analogamente a quanto avvenuto con il Wireless local loop (Wll). Frequenze che, peraltro, non sono ancora definite: si sta lavorando per trovare una banda che possa essere utilizzata in diversi paesi.
Il Wireless local loop
Inizialmente gli apparati Wi-Max verranno utilizzati in alternativa al Dsl per la banda larga, in zone scarsamente popolate o dove non è conveniente stendere cavi. Rispetto alla tecnologia utilizzata oggi per il Wireless local loop, potrebbe offrire molto di più, perché, oltre a disporre di maggiore banda e a coprire una distanza più grande, non richiede la linea di vista fra i due trasmettitori. In altre parole, può essere impiegata anche in presenza di ostacoli come muri, alberi e via dicendo. Se oggi il Wll viene adottato solo in casi particolari, con il Wi-Max si potrebbe prevedere un uso anche in zone metropolitane, a costi che si prevedono contenuti. Una buona opportunità, dunque, per i carrier alternativi che non vogliono essere vincolati alla rete dell’ex monopolista. Il Wi-Max non è adatto solo a sostituire collegamenti Dsl, ma anche la fibra, e viene visto con grande interesse anche da operatori proprietari di una rete ottica, che, utilizzando questo mezzo radio, eviterebbero di scavare e potrebbero risparmiare sul collegamento dell’edificio dei clienti, fornendo anche il servizio più in fretta e con una qualità comparabile. Infine, è una soluzione ideale per i paesi emergenti privi di infrastrutture cablate o per installazioni temporanee.
Va detto che, in realtà, soluzioni analoghe sono già disponibili da tempo. Ciò che differenzia l’802.16 dai precedenti sistemi wireless a larga banda è la standardizzazione, con il vantaggio che gli sforzi di ricerca e sviluppo dei diversi vendor sono concentrati su un unico chip set e che le economie di scala dovrebbero consentire ai prodotti di arrivare sul mercato a costi contenuti. Il Wi-Max, insomma, dovrebbe riuscire nell’impresa di unificare un’industria frammentata riducendo al contempo i prezzi.
I chip pronti nel 2006
In attesa dello standard, negli Usa già si parla di Wi-Max per la mobilità, il cui debutto è previsto il prossimo anno. Intel, l’azienda che fa da locomotiva nel mercato emergente, prevede di integrare il mobile Wi-Max nel chip set Centrino in aggiunta al Wi-Fi a partire dal 2006, con un rollout più ampio nel 2007. Lo standard sarà dunque implementato nei terminali, Pda e notebook, che potranno essere direttamente collegati in banda larga in mobilità.
I vendor ripongono grandi attese su questa tecnologia, perché risponde alla richiesta di mobilità proveniente dal mercato. Il Wi-Max può anche risolvere il problema di mantenere connessi i notebook e altri dispositivi wireless tra gli hot spot 802.11. Non è detto, però, che la curva di crescita sarà la stessa del Wi-Fi, come molti sperano.
Secondo Intel, una chiave del successo del mobile Wi-Max è l’unità delle specifiche definite dal WiMax Forum. Infatti, al momento sono stati definiti dei profili con diverse opzioni di implementazione, un approccio che può funzionare per il WiMax fisso, poiché l’apparato d’utente sta a casa dell’abbonato al servizio, ma non va bene per una tecnologia mobile, in cui i dispositivi possono essere trasportati in vari paesi.
Intel ha recentemente siglato un accordo con ZiMax Technology, controllata di Zte, uno dei più grandi vendor di Tlc della Cina, con uffici in California. Utlizzando i chip set Rosedale di Intel, ZiMax installerà i primi prodotti fixed WiMax quest’anno in Cina, Europa dell’Est e Asia.