Progettisti, produttori e installatori, per impianti civili o industriali. Un target variegato che conta circa 111mila imprese raggruppate per associazioni di categoria
Gennaio 2005, Non è un settore che lascia spazio all’improvvisazione
quello dell’impiantistica, sottoposto com’è a rigide e severe
leggi e normative nazionali e internazionali che regolano ogni aspetto degli
impianti e di ogni singolo componente (i materiali e i componenti devono essere
costruiti secondo le norme tecniche per la salvaguardia della sicurezza dell’Uni
e del Cei), dalla progettazione alla produzione all’installazione.
In Italia il settore dell’impiantistica civile è regolamentato
essenzialmente dalla legge quadro sugli impianti 46/90 e dal Dpr n. 447/1991
che ne è il decreto attuativo, mentre per l’impiantistica industriale
è stato recentemente approvato il decreto Marzano, la normativa di riordino
del sistema energetico nazionale. Per legge, quindi, il ciclo produttivo degli
impianti è affidato esclusivamente a riconosciute figure professionali,
che devono garantire il rispetto delle specifiche tecniche e delle norme di
sicurezza come stabilito dalle direttive europee.
Esigenze diverse tra le categorie
Un mercato complesso, quindi, e che al suo interno presenta numerose sfaccettature
con peculiarità ed esigenze nettamente differenziate. Il settore spazia,
infatti, dall’impiantistica civile a quella industriale e in entrambi
i casi abbiamo in estrema sintesi tre tipologie di attori: progettisti, produttori
e installatori di impianti, tutti rappresentati da specifiche associazioni di
categoria, alle quali ci si può rivolgere per conoscere le ditte che
operano a livello locale in ogni regione d’Italia.
A cominciare dall’Oice (www.oice.it), Associazione delle organizzazioni
di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico/economica, l’associazione
di categoria, aderente a Confindustria, che rappresenta le organizzazioni italiane
di ingegneria, architettura e consulenza tecnico/economica che complessivamente
fatturano 6,1 miliardi di euro l’anno (dati aggiornati al 2003). All’Oice
aderiscono 450 aziende, 105 delle quali si occupano di ingegneria impiantistica.
Anche Assistal (www.assistal.it), l’Associazione nazionale costruttori
di impianti, ha a che fare con questo settore perché rappresenta gli
imprenditori di categoria aderente a Confindustria, ovvero i costruttori di
impianti tecnologici e montaggi industriali. All’Assistal aderiscono 1.700
imprese specializzate nella progettazione, fornitura, installazione, gestione
e manutenzione di impianti. I dati forniti da Assistal non sono molto recenti
(elaborati nel 2002 e relativi al precedente quinquennio), ma possono dare un’idea
del bacino di riferimento: in Italia ci sono 110.748 imprese di costruzione
di impianti, con la concentrazione massima in Lombardia (oltre 22mila), seguita
dal Veneto con oltre 11mila imprese e da Piemonte e Lazio che si attestano ciascuna
sulle 10mila imprese impiantistiche. Una presenza di circa 9mila unità
produttive si registra sia in Toscana che in Emilia Romagna, seguite dalle poco
più di 5mila di Campania, Puglia e Sicilia. Seguono, distanziate, tutte
le altre regioni, con la Valle d’Aosta fanalino di coda con meno di 400
imprese impiantistiche.
Gli associati di Confartigianato Impianti, cui aderiscono, come recita lo statuto,
"aziende, artigiane e non, che esercitano l’attività di costruzione
e installazione di impianti" sono, invece, 32.300, sparsi in tutto il
territorio nazionale, con una forte concentrazione in Toscana, Emilia Romagna,
Piemonte e Lombardia.
Al suo interno sono comprese le associazioni ancora più specifiche, che
raggruppano antennisti (5mila associati), ascensoristi (800), bruciatoristi
manutentori (7mila), elettricisti (15mila), frigoristi (1.500) e termoidraulici
(10mila).
Ottimizzare gestione e progettazione
Le esigenze di queste imprese, con tutte le differenziazioni del caso, sono
essenzialmente di due tipi, gestionali e progettuali.
Nel primo caso l’offerta è decisamente ricca e riesce a coprire
anche le esigenze peculiari delle imprese impiantistiche, quali la possibilità
di inserire dai cantieri, e quindi da remoto, ore di lavoro, spese e materiali,
o avere sotto preciso controllo i costi di ogni commessa, la gestione della
manutenzione post vendita e di assicurare l’assistenza tecnica e la tempestività
degli interventi.
Sono poi molte le imprese che offrono il controllo a distanza degli impianti,
o il check via Internet per verificare i motivi di eventuali malfunzionamenti
e inviare sul posto i tecnici specializzati se non si riesce a risolvere il
problema dalla centrale.
I calcoli necessari sono molto complessi e a volte i software utilizzati hanno interfacce utente antiquate, lontane dall’era "user friendly".
Ma, a livello progettuale, se l’offerta soddisfa le esigenze dell’impiantistica
industriale, non altrettanto sembra si possa dire dell’impiantistica civile,
dove ci sono ancora molti spazi per chi è disposto a offrire applicativi
verticali "spinti", cioè personalizzabili sulle esigenze
delleimprese, per le quali spesso non sono sufficienti i software sul mercato e ricorrono
quindi al "fai da te".