In chiaroscuro la trimestrale di Oracle

Lieve calo del fatturato, in linea gli utili. Cala l’hardware, mentre software e cloud non raggiungono gli obiettivi. Qualcosa non è ancora a punto nella forza vendita, spiega il Cfo Safra Catz.

Si chiude con un calo complessivo dell’1% a 9 miliardi di dollari di fatturato il terzo trimestre dell’esercizio in corso per Oracle, che riesce invece a mantenere in linea con il pari periodo dell’anno precedente gli utili.
Calano del 2 per cento le nuove licenze software e le sottoscrizioni cloud, che toccano quota 2,3 miliardi di dollari, mentre crescono in compenso rinnovi e servizi di supporto, che con un +7 per cento anno su anno toccano i 4,3 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda il fronte hardware, il fatturato complessivo del periodo si attesta a 671 milioni di dollari, in calo rispetto agli 869 milioni del pari periodo dell’anno precedente.

Proprio quel -2% sul software e sulle licenze cloud sembra essere il dato che impensierisce gli analisti: nonostante le dichiarazioni di Oracle, che non solo enfatizza la robustezza e la ampiezza della sua offerta cloud, ma proietta a verso la crescita le stime per il trimestre che si chiuderà nel mese di maggio, Wall Street si attendeva un crescita e robusta anche.
La risposta alle perplessità degli osservatori viene data a Safra Catz, chief financial officr della società, che in qualche modo ribalta verso la struttura di vendita i problemi oggettivi: negli ultimi mesi Oracle ha ampliato la sua forza vendite in tutto il mondo di diverse migliaia di unità, nondimeno qualcosa non sta ancora funzionando in termini di execution.
Catz sembra meno preoccupata di alcuni analisti rispetto alla contrazione degli investimenti da parte di enti governativi e imprese, anche in ragione di un scenario economico incerto, mentre altri penano come la manager che in fondo si possa trattare di un ritardo, che potrebbe essere recuperato già nel Q4.

In realtà, forse il segmento che presenta inferiori possbilità di crescita è quello dell’hardware.
Nonostante l’arrivo di nuovi server basati sul processore Sparc T5, che vanno a sostituire la precedente offerta M9000, le previsioni parlano di un possibile ulteriore calo tra il 12 e il 22 per cento, a dimostrazione di una fase di transizione per il comparto.

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