Dieci associaizoni, che riuniscono anche i principali player del commercio elettronico europeo, firmano un accordo comune per opporsi alla direttiva approvata dalla ue alla fine dello scorso mese di marzo.
Sono dieci le firme apposte in calce all’appello che altrettante associazioni europee hanno deciso di presentare contro la direttiva Consumer Rights che dovrebbe stabilire una serie di regole e di vincoli per gli operatori del commercio elettronico.
Poche settimane dopo le prime, vibrate proteste, ecco dunque un passo concreto.
Adigital, associazione spagnola per la digital economy, BeCommerce, associazione belga per il commercio elettronico, Fdih e Fevad, gli omologhi danese e francese, l’Imrg (Interactive Media in Retail Group)inglese, l’italiana Netcomm, e poi ancora Emota, European Multi-channel and Online Trade Association, Thuiswinkel dall’Olanda, Touche pas ma Boutique, di nuovo dalla Francia, e la finlandese Verkko Teollisuus hanno infatti deciso di presentare un appello congiunto contro la direttiva approvata nel mese di marzo dal
Parlamento Europeo.
Nell’appello, senza negare la necessità di tutela dei consumatori, si sottolinea come la direttiva, così come oggi concepita, risulta lesiva dei diritti degli operatori, in particolare quelli più piccoli e meno strutturati.
Come abbiamo già avuto modo di dire sul tema, oggetto del contendere sono gli articoli 16, 17 e 22 bis che affrontano i temi della rinuncia all’acquisto successivo all’ordine, dei costi di consegna, del reso dei prodotti.
E non è dunque un caso che la richiesta ufficiale sia una rinuncia ad adottare gli ariticoli 16 e 22 bis così come oggi formulati e di totale opposizione all’articolo 17.