Da una ricerca condotta da Unisys nel Vecchio Continente emerge che, nonostante gli investimenti fatti in tecnologie di Bi, gli effetti sulla gestione della clientela sono ancora un fattore critico per il 60% delle imprese.
È una generale insoddisfazione quella che emerge dalla ricerca condotta a fine 2004 da Unisys su 250 Cio e Cmo europei, o loro collaboratori, appartenenti ad aziende con oltre 500 dipendenti, per vagliare il valore generato dagli investimenti in ambito Business intelligence.
Il 60% degli intervistati ritiene, infatti, che gli impegni intrapresi debbano ancora tradursi in un miglioramento significativo della gestione della clientela; mentre il 23% ha ammesso che gli attuali sistemi sono stati finora ininfluenti, quando non abbiano, addirittura, peggiorato la situazione.
La maggior parte dei manager interpellati (provenienti dal Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Portogallo e Paesi Bassi) ha confermato che, nonostante gli sforzi sostenuti per comprendere e gestire meglio le performance del business, non vede ancora risultati concreti in termini di vantaggi legati all’operatività e alla profittabilità.
Complessivamente, il 63% del campione ha identificato il cross-selling come una delle aree maggiormente critiche nel processo di miglioramento della Bi. Nello specifico, il 27% ha ammesso di incontrare numerose difficoltà nell’applicare tali sistemi alle attività specifiche.
Risulta che l’ostacolo principale nel trarre vantaggi dalle “vendite trasversali” e dall’analisi delle informazioni di intelligence, legate, per esempio, al monitoraggio delle frodi, sia rappresentato dalle numerose operazioni manuali che ancora impegnano le aziende, ritenture necessarie dal 32% del campione per estrarre un significativo valore dai dati riguardanti la clientela.
Ciò si traduce inevitabilmente in uno scarso impiego della Bi da parte del personale aziendale.
Ma la ricerca ha evidenziato un dato ancora più preoccupante: il 26% degli interpellati utilizza poco i sistemi di Business intelligence o non li usa affatto sebbene siano disponibili presso la società, principalmente per la quantità di tempo occorrente per l’accesso e l’elaborazione delle informazioni.
«Molte aziende credono di possedere una strategia Bi per il solo fatto di aver acquistato un’applicazione di questo genere – ha dichiarato Steve Rawsthorn, vice president Sales and Marketing Systems & Technology di Unisys Emea -. In realtà, i Cio devono assicurare l’effettiva esistenza di una struttura che possa monitorare una massa di flussi di dati in tempo reale, permettere la condivisione di enormi database o volumi di informazioni tra dipartimenti e fornire sufficiente capacità storage per analizzare velocemente ed efficacemente i dati. Se il problema risiede nelle specifiche di sistema, ciò significa che, anche con l’implementazione del più sofisticato software, le aziende non potranno nemmeno montare simultaneamente tutti i dati dei clienti per l’analisi o il cross-selling»
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