Per proteggere gli Stati membri dal cybercrime, il Commissario europeo Viviane Reding ipotizza la creazione di una figura di coordinamento centrale.
Ci vuole un Mister Sicurezza nella Ue.
Ne è convinta il commissario europeo Viviane Reding, che proprio in questi giorni ha proposto una riflessione sulla sicurezza informatica e sul cybercrime.
“Non è più un gioco, nè una prova di intelligenza – ha dichiarato -. I cyber attack sono uno strumento nelle mani della criminalità organizzata, ma anche una minaccia per la democrazia e l’economia“.
E’ uno scenario inquietante quello delineato dalla Reding, che parla di potenziali attacchi con conseguenze devastanti sulla nostra vita quotidiana, laddove andassero a colpire servizi nevralgici, dalla fornitura di elettricità a quella di acqua, o ancora i sistemi di trasporto.
Reding è drastica: “Non è una mia paranoia” e ricorda gli attacchi del 2007 in Estonia, che misero in ginocchio amministrazioni pubbliche, banche, parlamento, giornali.
Poi, Reding parte all’attacco. “Finora i 27 Stati membri dell’Unione sono stati piuttosto negligenti. Esiste una agenzia per la sicurezza delle reti e dei sistemi informatici, l’Enisa, ma di fatto funziona come piattaforma per lo scambio di informazioni e non sembra destinata a diventare un quartier generale europeo di difesa dai cyber-attacchi. Credo che serva di più. Credo che l’Europa abbia bisogno di un Mister Cyber Security, alla stessa stregua del Mister Foreign Affairs“.
Mister Sicurezza dovrebbe dunque essere un responsabile con l’autorità necessaria per agire immediatamente, ogni volta che si registri un attacco, in grado di fungere da centrale di coordinamento e di sviluppo di piani tattici.
E la Reding si è impegnata a tradurre questa sua idea in realtà. E in tempi rapidi.