Il WiMax promette di ridurre il divario digitale che separa molte zone d’Italia da Internet. Dopo l’assegnazione delle licenze, è il momento dei fatti
A luglio l’Umbria sarà la prima e poi fra qualche mese (non più di 24), l’Italia avrà un nuovo sistema di comunicazione a banda larga. Dalle Alpi alle Isole il wireless sarà in grado di raggiungere tutti. Internet avrà un nuovo strumento per diffondersi. Forse sarà più facile che quei 4,2 milioni di italiani ancora non raggiunti dalla banda larga possano avervi accesso.
La nuova frontiera della connettività è il WiMax (Worldwide interoperability for Microwave access) una tecnologia che consente l’accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili (Bwa – Broadband wireless access), per il quale sono state assegnate definitivamente le licenze che permetteranno agli operatori di offrire servizi e connessioni.
I numeri del WiMax in Italia
Al momento il WiMax italiano è un grande affare. L’Italia è, infatti, il Paese dell’Unione Europea in cui l’asta per le frequenze ha avuto maggiore successo con un incasso per lo Stato che ha superato i 136 milioni di euro, con un incremento del 176 per cento rispetto alla base d’asta. Ci sono voluti nove giorni di rilanci, 48 tornate per completare la mappa delle licenze.
Secondo l’ex ministro delle Tlc Paolo Gentiloni è «testimonianza sia dell’interesse per questa nuova tecnologia di banda larga senza fili, sia dell’impegno che le imprese vincitrici vorranno sostenere per far partire in Italia i servizi WiMax».
Lo speriamo. WiMax è una grande opportunità per la connessione a Internet certo, ma anche per la telefonia del futuro. La nuova tecnologia potrà riservare delle sorprese e sicuramente ne ha riservate in fase di assegnazione.
I grandi operatori del settore telefonico sono rimasti fuori, a parte Telecom Italia che si è aggiudicata licenze che le consentiranno di coprire il Centro-Sud. La rivelazione è la società umbra AriaDsl che, grazie ai capitali di un investitore israeliano, è riuscita ad aggiudicarsi una copertura nazionale (investendo ben 47,5 milioni di euro). Gli altri nomi rappresentati nella mappa del WiMax sono: E-Via (Gruppo Retelit), Aft (Linkem), oltre ad alcuni altri operatori che hanno ottenuto licenze regionali.
Una speranza contro il digital divide
Con l’assegnazione delle licenze vengono fissati anche i termini entro i quali la tecnologia dovrà essere disponibile per i consumatori, non oltre i 30 mesi dalla data dell’assegnazione, cioè dal 27 febbraio 2008. Trascorsi i 30 mesi dal rilascio del relativo diritto d’uso gli aggiudicatari che non utilizzino completamente le frequenze assegnate sono tenuti a soddisfare richieste di soggetti terzi di accesso alle frequenze stesse, sulla base di negoziazione commerciale.
L’ultima grande asta per le frequenze è stata quella per l’Umts, e tra difficoltà e ritardi ha generato un nuovo mercato non solo per gli operatori telefonici ma per tutti, dai produttori di tecnologia alla distribuzione. La speranza è che WiMax consenta all’Italia di avere un ulteriore strumento per colmare quel digital divide che ci separa dal resto d’Europa e che impedisce (sono dati del Ministero delle Telecomunicazioni) a 4,2 milioni di cittadini italiani, il 7,5 per cento del totale della popolazione distribuiti in 2.556 Comuni, di avere accesso alla banda larga.
AriaDsl ha già iniziato i test in Umbria e la Regione sarà servita dal servizio entro luglio; la corsa è iniziata il suo successo dipenderà in gran parte dalle tariffe applicate che, nel caso dell’Umts, sono state inizialmente proibitive.