Fra gli utilizzi tipici dei NAS, oltre allo stoccaggio dei dati da cui questa categoria di prodotti prende il nome, c’è spesso la gestione di sistemi di controllo e il salvataggio dei filmati generati dalle varie telecamere. Synology integra nel suo sistema operativo un ottimo software proprio per la gestione della videoregistrazione tramite rete (NVR, Network Video Recorder) denominato Surveillance Station, capace di gestire diverse telecamere IP e non solo. L’azienda taiwanese ha lanciato sul mercato una serie di prodotti nuovi e specifici proprio per le funzionalità di controllo e sicurezza, caratterizzati da algoritmi di intelligenza artificiale basati sul deep learning che creano, così, la definizione di Deep Video Analytics, o DVA.

L’oggetto della nostra prova è il Synology DVA1622, insieme alle videocamere BC500 e TC500, così da comporre il kit perfetto per la sorveglianza digitale: un server per la registrazione delle immagini e la gestione degli algoritmi di rilevamento automatici, e due tipologie di telecamere IP, entrambe ideali anche all’esterno: una a torretta e una cilindrica, identiche dal punto di vista delle caratteristiche funzionali.

Esternamente il DVA1622 assomiglia a un normale NAS: in questo modello troviamo una sola porta di rete, una porta HDMI e due USB 3, una delle quali sul fronte del prodotto. La ventola è ampia, ma durante le nostre prove è risultata silenziosa.

Il server assomiglia esternamente a un normale NAS a due vani, con una porta USB 3.2 sul fronte, una sul retro unitamente alla porta di rete Gigabit Ethernet, all’alimentazione e a una porta HDMI 2.0 che può essere usata per visualizzare i filmati ed i feed delle telecamere di sicurezza; la porta supporta risoluzione fino a 4K a 60 FPS e può far uso di un mouse e di una tastiera collegati in USB per controllare in locale il software, in aggiunta alle applicazioni mobile per iOS e Android o al meccanismo più classico, ovvero l’accesso via browser al desktop del sistema operativo di Synology.

Synology DVA1622 - Hard disk
Abbiamo scelto hard drive meccanici di Synology per riempire i due vani del DBA1622: i cassetti, come da abitudine, prevedono l’installazione senza l’uso di strumenti, offrono l’hot swap e possono essere fissati grazie a delle chiavi che ne impediscono la rimozione.

Il DVA1622 monta DiskStation Manager, o DSM, aggiornato alla versione 7.2.1: è il sistema operativo proprietario di Synology usato anche sugli altri prodotti dell’azienda e viene fornito completo di tutte le sue caratteristiche, rendendo quindi il prodotto volendo anche un NAS completo. Ha al suo interno il processore Intel J4125 Celeron, operante fra i 2.0 e i 2.7 GHz e configurato con quattro core e quattro thread, con scheda grafica integrata; la RAM disponibile è pari a 6 GB non aggiornabili: la quantità è adatta all’utilizzo per il quale il prodotto è stato pensato, e al contempo è il limite principale al poter espandere il sistema stesso. La memoria permette di gestire fluidamente 8 videocamere HD a qualsiasi frequenza e anche in 4k, ma limitate a 80 fotogrammi al secondo; tale è anche il numero di licenze già incluse al momento dell’acquisto, espandibile fino a 16 che risulta essere il numero massimo di flussi gestibili.

Il sistema operativo è l’ultima versione di DSM, o DiskStation Manager, con tutte le sue funzionalità disponibili anche sui NAS e con lo stesso set di applicazioni aggiuntive che possono essere scaricate dallo store Centro Pacchetti.

Il software Surveillance Station comprende numerosi algoritmi di intelligenza artificiale e riconoscimento immagini, costruiti per girare al meglio sull’hardware del server oggetto di prova. Il Synology può riconoscere persone e veicoli, è in grado di valutare l’affollamento di una zona, identificare specifiche targhe e volti, supportando fino a 10.000 profili e garantendo affidabilità pari al 97%; una funzione figlia di questi anni consiste nel riconoscere l’uso di mascherine protettive: a ogni riconoscimento può essere poi associata un’azione, ad esempio inibendo l’accesso a persone non autorizzate. Gli algoritmi sono infine in grado di riconoscere le situazioni, trattando un veicolo o una persona di passaggio in modo differente rispetto a quando sostano nelle aree indicate per la sorveglianza.

L’hardware in prova mostra come il prodotto possa gestire due attività di identificazione diverse, o una sola se si tratta di riconoscimento volti; questa limitazione è dovuta principalmente alle risorse computazionali necessarie per far girare i modelli, definendo quindi il potenziale pubblico del prodotto: piccole attività commerciali, uffici o abitazioni, dotati di pochi spazi da tenere sotto controllo attivo. Esiste un modello superiore, denominato DVA3221, che è caratterizzato dall’avere quattro vani per hard disk, processore più potente e soprattutto più memoria RAM di base, espandibile fino a 32 GB, capace di maggiori attività in parallelo.

Surveillance Station si apre come desktop dedicato all’interno del browser e offre tante applicazioni, ognuna pensata per gestire una caratteristica del prodotto, dalle mappe agli algoritmi di riconoscimento dei volti. Il software, come del resto tutto in Synology, è perfettamente tradotto in italiano.

Oltre alle funzionalità AI, il software Surveillance Station si rivela avere tutte le funzioni che ci si aspettano da un sistema NVR / CCTV, con la capacità di mostrare in tempo reale diversi flussi video e registrarli in maniera sicura e cifrata. Comprende sistemi di sincronizzazione e backup con destinazione altri NAS o anche il servizio cloud C2 di Synology, venduto in abbonamento, ed è espandibile con diversi plugin, come quello per la gestione dei joystick hardware o uno dedicato allo streaming su piattaforme come YouTube. Dal pannello web si possono progettare dashboard per adattarsi al meglio nelle diverse situazioni di utilizzo; se si carica inoltre la mappa dell’edificio nel quale si è installato il sistema di sorveglianza, è possibile indicare visivamente dove sono puntate le diverse telecamere.

Le telecamere IP di Synology che abbiamo usato in questa prova: a sinistra vediamo la BC500, telecamera cilindrica da parete, mentre sulla destra la TC500, a cupola per installazione a soffitto. Le loro caratteristiche tecniche sono identiche, ed entrambe includono la propria licenza per Surveillance Station.

Al DVA1622 possono essere collegate videocamere di differenti produttori, essendo il software in grado di gestire tutti i flussi RTSP standard e pilotarle grazie a standard come ONVIF: nella nostra prova abbiamo però deciso di utilizzare le due prodotte da Synology stessa, denominate BC500 e TC500. Entrambe sono telecamere IP, alimentate tramite PoE o alimentatore e pensate per essere installate anche all’aperto, garantendo protezione agli agenti atmosferici IP67. Sono fondamentalmente identiche nelle loro funzionalità, quello che cambia è la loro forma: la BC500 è pensata per l’installazione a parete, mentre la TC500 a soffitto. Le lenti sono identiche, con risoluzione 5MP ovvero 2880×1620 pixel a 30 fotogrammi al secondo, angolo di visione pari a 110° e capacità di vedere al buio grazie a led illuminatori che garantiscono 30 metri di distanza; un filtro HDR integrato garantisce la multiesposizione permettendo la sorveglianza in ogni condizione di luce. Entrambe non prevedono alcun controllo dei movimenti, cosa che sinceramente ci eravamo aspettati almeno dal modello a cupola.

Nascosti alla vista e protetti dalle viti troviamo gli alloggiamenti per le schede MicroSD che vengono usati come memoria temporanea nel caso non sia funzionale il collegamento con il server: questo garantisce totale continuità delle riprese anche durante i tentativi di sabotaggio.

Ogni telecamera prevede funzioni AI che possono essere eseguite in edge, come il riconoscimento di persone e veicoli, alleggerendo il carico computazionale al server: quest’ultimo resta necessario per operazioni che richiedono un database, come il riconoscimento dei volti. Le funzioni AI c’è da dire che sono disponibili solo quando queste telecamere sono connesse a Surveillance Station, mentre si comportano da semplici IPcam se usate tramite protocollo RTSP generico con software di altre marche. Al loro interno prevedono l’installazione di schede SD per la registrazione edge, capaci di tenere in memoria i video quando il server risulta irraggiungibile per qualsiasi motivo, facendone da failover. Nelle nostre prove abbiamo sempre notato immagini nitide nelle diverse condizioni di luce, e hanno permesso ai diversi algoritmi di riconoscimento di lavorare molto bene; abbiamo inoltre apprezzato il fatto che entrambe le videocamere non utilizzino alcuna licenza di Surveillance Station, fornendo così valore addizionale al prodotto.

Il kit oggetto della prova, composto da DVA1622, TC500 e BC500.

Il Synology DVA1622 viene venduto a poco meno di 700 euro e comprende le prime 8 licenze, mentre le videocamere si trovano intorno ai 300 euro, con prezzi che variano in base ai diversi rivenditori: sono prodotti professionali e affidabili, non pensati per l’hobbista, in grado di garantire continuità di servizio. Il server è ben costruito, anche se pecca un po’ di espandibilità, per cui richiede che venga effettuato il progetto delle aree da monitorare prima di procedere alla scelta fra la versione oggetto di questa prova e quella più potente, il Synology DVA3221.

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