Avvisi di garanzia per il presidente di Finmatica, Pierluigi Crudele, e altri sei manager. Le ipotesi di reato vanno dall’aggiotaggio alle false comunicazioni sociali. La società è convinta di essere lesa e che emergerà la correttezza della propria posizione. Tutta colpa di un bond lussemburghese.
21 gennaio 2004
Sono stati notificati avvisi di garanzia ad alcuni esponenti del management di Finmatica, tra cui il presidente Pier Luigi Crudele. I vertici del gruppo salernitano-bresciano sono indagati per aggiotaggio, false comunicazioni sociali e ostacolo all’esercizio delle funzioni degli organi di vigilanza.
L’azienda di software finanziario, quotata al nuovo mercato, è sottoposta alle indagini della magistratura in seguito al ritiro dell’emissione di un bond (prestito obbligazionario convertibile) dal valore complessivo di 55 milioni di euro, emesso dalla controllata lussemburghese Finmatica Luxembourg S.A. e quotato alla borsa del Granducato.
Una comunicazione societaria del 7 gennaio decretava l’allocazione con successo del bond agli investitori istituzionali europei (non era, infatti, distribuibile in Usa, Canada, Giappone e Australia) e in questo modo, sempre secondo la stessa comunicazione, Finmatica avrebbe potuto provvedere a utilizzare i proventi per ottimizzare la propria struttura del capitale, abbassando il costo del proprio debito.
Un intoppo, o forse più, ha interrotto però l’emissione del titolo. Secondo la società di Crudele, infatti, l’istruttoria della borsa del Granducato non era ancora terminata al momento della chiusura dell’allocazione e il mercato finanziario, con una penalizzazione del titolo di Finmatica, ha fatto capire che l’operazione complessiva prestava il fianco a fraintendimenti.
Quindi, la società ha provveduto al blocco del bond e ha innescato un flusso di comunicazioni rassicuranti, fra cui quella stimolata dalla Consob e quella dell’agenzia di rating Fitch. Quest’ultima, il 13 gennaio scorso, si era espressa assicurando che il rating assegnato a Finmatica (B+) era ancora quello corretto e che non aveva alcun dubbio sull’ordine dei conti della stessa.
In risposta agli inviti della Consob, precedentemente Finmatica aveva ricordato il proprio impegno in tender internazionali e nell’acquisto di società di software (quindi volontà di investire e accrescersi); aveva ricordato che il bond sarebbe servito ad ampliare la compagine azionaria (quindi niente speculazione o occultamento fondi), aveva esplicitato di gestire la tesoreria in modo accentrato, attraverso un cash pooling con centro a Brescia (quindi niente di offshore); aveva paragonato il proprio rating con quello di altri grandi società tecnologiche internazionali, ricavandone una buona dose di autostima.
Tutto questo, però, non è servito ai magistrati bresciani, che hanno deciso di indagare il presidente di Finmatica, alcuni membri del Consiglio di amministrazione e i sindaci della società. Con Crudele, infatti, sono stati avvisati l’amministratore delegato Fabio Bottari, i consiglieri Giuseppe Pugliese e Daniele Gilioli e i sindaci Amedeo Recussi, Francesco Siani e Mario Montella
Il legale di Finmatica ha riferito che la posizione della socetà di fronte all’indagine giudiziaria è di serenità ed è convinto che emergeranno fatti che evidenzieranno la sua posizione di parte lesa.
Un solo commento: sicuramente, sulla vicenda Finmatica pesa un grosso fardello portato dall’analogia. Figura retorica che, quando si tratta di giustizia, non aiuta mai.