Si è parlato di Industry 4.0, cioè di prodotti intelligenti, di Internet delle cose (IoT) e degli spazi, nell’ultimo dei tre “incontri digitali” organizzati a Omegna da Confartigianato Imprese Piemonte Orientale e Forum Omegna.
Una sfida vinta solo a metà, però, per scarsezza di pubblico e assenza del tessuto imprenditoriale di una zona che da una conoscenza più approfondita delle nuove tecnologie e degli sviluppi in atto avrebbe tutto da guadagnare.
Ed è un peccato, visto che, negli ultimi anni, il mercato della stampa 3D, dei droni e dell’Internet of Things ha evidenziato risultati estremamente significativi in termini di diffusione, fatturato e ampiezza dell’offerta, mentre il modo di lavorare e produrre sta radicalmente cambiando coinvolgendo, di fatto, la vita quotidiana di tutti noi.
Gli esempi, anche in occasione di quest’ultimo seminario non sono mancati.
Li hanno portati Davide Crippa, architetto, foundatore di Ghigos, e professore presso il Politecnico di Milano e la Nuova Accademia di Belle Arti, e Paolo Pasteris, docente di Comunicazione Digitale e Informatica presso l’Università di Milano, citando Cromatica e Open Mirror, emblema di un made in Italy firmato Digital Habits, insieme al diffusore acustico Bluetooth di un’ennesima azienda milanese, Pelty, capace di trasformare l’energia termica sviluppata dal calore di una fiamma nell’energia elettrica necessaria a far funzionare lo speaker.
Il risultato non può che affascinare, ma l’IoT è molto di più, visto che, oltre all’intrattenimento e alla domotica, all’elettronica di consumo e ai dispositivi multimediali, cambia e coinvolge settori come i trasporti, la medicina, i sistemi automobilistici e quelli avionici, l’edilizia, l’energia, l’agricoltura e il controllo dell’ambiente.
Difficile, se non impossibile, tracciare anche con esempi pratici la strada e le opportunità della realtà virtuale e di quella aumentata ripercorrendo, pur brevemente, le potenzialità di elettronica embedded, sistemi M2M e tutte le soluzioni basate sulla tecnologia del microscopico richiamando, a loro volta, tecnologie wireless, componenti a basso consumo, interfacce uomo-macchina di nuova generazione, energy harvesting, sistemi aperti quale Arduino, piattaforme software, hardware networking, sensori e attuatori, soluzioni cloud, applicazioni mobili.
Nessuna intelligenza se mancano le connessioni
Il parallelismo evocato da Matteo Ordanini, responsabile dei servizi education all’interno del laboratorio di fabbricazione digitale The Fablab, è calzante.
Se le prime tre rivoluzioni industriali che hanno portato al mondo moderno sono, rispettivamente, paragonabili ad apparato muscolare, cardio-circolatorio e al sistema nervoso del corpo umano, occorre che ognuno ci metta del suo affinché l’Internet delle Cose e l’Industry 4.0 si concretizzino davvero ovunque.