Di solito le app insignite del Design Award hanno sempre qualcosa di particolare che le distingue dalle altre, anche se magari si tratta di dettagli che riguardano l’interfaccia e toccano poco la concezione di fondo dell’app stessa. In Inks la novità però sta proprio nella ideazione di una modalità di gioco che mette insieme due elementi di solito distanti: il banale flipper e la creatività pittorica.
Dal punto di vista pratico il gameplay di Inks è nettamente da flipper. O, per essere più precisi, da pinball. Abbiamo un insieme di palline da far rimbalzare in giro per il piano di gioco e le classiche due alette (o flipper) che si comandano semplicemente toccando i lati del display dell’iPhone.
Contrariamente al pinball/flipper tradizionale, Inks è però un gioco a livelli successivi, in cui ogni livello si completa toccando tutti i respingenti colorati sparsi per lo schema di turno. E qui arriva la parte “action painting”: colpendo un respingente colorato, questo emette inchiostro del suo colore e macchia la pallina, che inizia a disegnare per lo schermo. E tutto questo si ripete con un colore diverso per un altro respingente.
La difficoltà del gioco sta nel completare il livello con meno palline possibili. Oltretutto dalla quarta in poi sono nere e “macchieranno” la nostra creazione pittorica. Qui sta anche la longevità del gioco: si è portati a superare ogni livello, magari ritornandoci, in una maniera che potremmo definire pittoricamente gradevole.
In realtà i vari schemi da flipper si fanno complessi anche indipendentemente dalla nostra predisposizione artistica. Colpire i vari respingenti non è sempre semplice e man mano appaiono ostacoli e “buchi neri” che ci complicano la vita. Ci sono per fortuna anche potenziamenti (come i tiri di precisione) che forse snaturano un po’ la dinamica da flipper ma rendono il gioco ulteriormente – e piacevolmente – “sui generis”.