Home Cloud Inps, sito sovraccarico e disservizi: un disagio che si poteva evitare

Inps, sito sovraccarico e disservizi: un disagio che si poteva evitare

Il sito Inps è stato, come prevedibile, messo sotto forte pressione dall’accesso contemporaneo di migliaia di Partite Iva e autonomi generando non pochi disservizi agli utenti: si tratta del famigerato (anche se formalmente smentito) “click day”.

Perché nei fatti si tratta davvero di un click day? Semplice, le risorse ad oggi stanziate dal Governo potrebbero non bastare per tutti, e così gli aventi diritto al bonus si sono trovati a combattere una “guerra tra poveri”, partendo dai primi minuti del primo aprile.
Tuttavia, un pesce d’aprile davvero poco gradito ha atteso i malcapitati utenti del sito Inps: una serie di disservizi hanno di fatto a dir poco rallentato gli accessi, al punto che molti si sono dovuti rassegnare a riprovare in altri momenti, sperando in miglior fortuna.
Per non parlare della gravissima lesione della privacy creato da un ennesimo problema: diversi nominativi dei contribuenti sono apparsi in maniera casuale selezionando una o più sezione del sito Inps.
Nei dati che sono risultati liberamente accessibili a chiunque, ci sono informazioni davvero sensibili: nome, cognome, codice fiscale e anche indirizzo completi, per non parlare del recapito cellulare.

Un vero disastro, a riprova che non sempre servono cyber attacchi per creare dei data breach.

Difficile, se non impossibile, trovare anche una flebile giustificazione per quello che ha i crismi dell’insuccesso annunciato per Inps.
Giova ricordare che il sito non è affatto nuovo a questi disservizi: ogni mese, le date in cui avvengono le ricariche ai beneficiari di reddito di cittadinanza creano rallentamenti e impossibilità di accesso alla piattaforma.

Sembra che la gestione di picchi di utilizzo sia per Inps uno scoglio troppo grande da affrontare. E pensare che questa specifica situazione era ben nota, e che ci fosse il tempo di prepararsi al prevedibile carico di utenti: perfino il numero di potenziali accessi era già certo in anticipo, visto che la platea di aventi diritto al bonus è un numero chiuso e quantificabile.

Solo pochi giorni fa vi abbiamo raccontato come i big della rete raccontassero di come la scalabilità del cloud permettesse loro di affrontare peak time e carichi in costante aumento senza difficoltà.

La scalabilità e la resilienza ai carichi di rete non è più un merito, ma una condizione indispensabile a cui chiunque operi nel web deve far fronte. I cloud provider hanno a disposizione capacità di banda ed elaborazione senza dubbio ampiamente sufficienti a garantire qualsiasi esigenza del mondo del web.
Ogni giorno, ogni secondo i maggiori social network veicolano un numero di messaggi e contenuti multimediali incredibile, così come tutti gli e-commerce reggono l’urto del black friday o del cyber monday anno dopo anno, sebbene i numeri si facciano sempre più grandi.

Evidentemente ad Inps nessuno ha mai pensato che valesse la pena investire in una infrastruttura cloud scalabile, così come è chiaro che gli italiani già provati dalla emergenza coronavirus si meriterebbero ben altro dalle istituzioni che, ricordiamolo, sono pagate con soldi pubblici. Di tutti noi.

inps disservizi
L’home page di Inps al momento in cui scriviamo

4 COMMENTI

  1. Il sito Inps é come un palazzo disegnato da un ottimo architetto, perché verso l’utente é davvero ben strutturato, ma realizzato da un cattivo ingegnere, perché crea problemi agli utenti esterni e anche a quelli interni. Ma la PA dovrebbe smetterla di voler continuare a usare tutte risorse interne, almeno per le applicazioni a grandi volumi, o al più pensi ad una soluzione ibrida per il backup ove strategico. La stessa cosa é successa con più ministeri, non appena si generavano domande straordinarie (vi ricordate anche quando i rivenditori passavano la notte in bianco per cosine come il bonus biciclette?).
    Si affidino a operatori cloud, garantendo naturalmente, come prevede la legge, che i dati siano mantenuti all’interno dell’Unione Europea e che non siano pertanto sottoposti alla legislazione Usa (tipo il Patriotic Act) a protezione dei dati.

  2. Come mai un disservizio del genere non succede mai quando lo stato deve incassare i nostri F24?
    Anche quelli sono programmati.

  3. Abbiamo una classe dirigente nelle strutture pubbliche, specie nelle alte cariche, incompétente perché messa lì per “meriti” politici. I funzionari appena sotto di loro hanno a che fare con leggi e regolamenti arcaici che, anche se volessero, non possono modificare o abolire perché non di loro competenza. E così il cerchio si chiude. E così noi cittadini ce ne andiamo di mezzo.

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