L’e-learning come complemento o alternativa ai corsi di preparazione. Protagonisti a confronto sulle opportunità colte e mancate di un settore ancora in cerca di un vero mercato
E-learning, roba da Università?
Per molti versi ancora sì. Purtroppo, vien da dire, viste le potenzialità
– enormi, a sentire chi ci sta investendo – del mercato. Un mercato che
sconfina verso l’utenza consumer, aziendale, in tutte le varie declinazioni,
e Pa. Ma quello che manca ancora, forse, è un’offerta che
sia realmente recepibile dagli utenti. Al di là del costo, la vera
sfida è la realizzazione di strumenti facilmente fruibili, e di
una cultura della formazione in un canale (ancor prima che tra l’utenza)
che diventi consulente e che sappia tradurre le esigenze formative dei
clienti in un’offerta fatta di tecnologia e contenuti. Un argomento
che interessa particolarmente a Computer Dealer&Var, essendo media
partner di Expo E-learning, la manifestazione ferrarese dedicata alla
formazione a distanza.
Per questo, a discutere sul tema abbiamo invitato
al nostro Salotto Tecnologico un nutrito gruppo di esperti del settore.
Anzi, dei settori. Già, perché come loro stessi ci hanno
spiegato, l’e-learning è fatto di tante anime, che fanno
dell’integrazione delle singole offerte un nuovo modo di proporre
la formazione a distanza. Ma prima ancora di affrontare il tema con loro,
abbiamo voluto saggiare quali sono le sensazioni dei nostri lettori riguardo
l’argomento, raccogliendo le loro opinioni attraverso un sondaggio,
inviato a un ristretto panel di lettori attraverso la nostra news-letter
quotidiana Reseller Business Agency.
E-learning, per fare che?
Da una prima analisi dei risultati del sondaggio, si può dedurre
che i clienti finali non siano particolarmente attivi nella richiesta
di soluzioni, piattaforme o consulenza riguardo alla formazione a distanza.
Degli intervistati, che ricordiamo appartengono alla categoria dei rivenditori,
per lo più a valore aggiunto, un 30%, comunque, dichiara di ricevere
tali richieste, controbilanciato, però, da un complementare 70%
che ha a che fare con clienti poco sensibili al tema.
Università e terziario da tenere d’occhio
Andando ad analizzare i settori che potrebbero essere interessati all’e-learning,
il 33,3% di chi ha risposto al sondaggio ci ha indicato che, indipendentemente
dal settore di appartenenza, non arriva alcun segnale di interesse da
parte dei clienti. Il 30% dei rivenditori sentiti ha identificato nell’ambiente
Università il maggior potenziale in richiesta di e-learning.
Un altro 30 per cento, invece, indica nel terziario un buon bacino di
utenza, mentre solamente il 6,7% considera l’industria interessata
alla formazione on line.
Questione di cultura. Purtroppo
La diffusione di Internet come strumento per la formazione procede a passi
lenti. Passi appesantiti soprattutto da una mancanza generale di cultura
del training on line (ne è convinto il 63,3% degli intervistati).
Da capire se i rivenditori si autoescludono da tale responsabilità,
delegando ai vendor, allo Stato o a chissà chi altri, l’evangelizzazione
degli utenti. Un 20% dei rispondenti l’inchiesta imputa, invece,
alla scarsa richiesta di formazione in generale, sia on line, sia tradizionale,
la lenta pervasione dell’e-learning, mentre solo un 10% è
convinto che la scarsa richiesta derivi soprattutto dai budget risicati
dei potenziali clienti, che preferiscono orientarsi su altri investimenti.
Fornitori adeguate l’offerta
Anche la tecnologia ha le sue colpe. Sarà una questione di cultura,
sarà che mancano i soldi, ma se i produttori pensassero a piattaforme
per l’e-learning più adeguate alle esigenze di partner e
clienti, forse la formazione on line avrebbe meno difficoltà a
essere presa in considerazione. Gli stessi operatori sono divisi in merito,
ritenendo, per il 13%, che le piattaforme tecnologiche dei produttori
siano adeguate, mentre il 17% le boccia come inadeguate alle richieste
del mercato.
E i clienti che ne pensano?
Il sito www.elearningtouch.it,
ha analizzato, invece, la percezione degli utenti finali nei confronti
della formazione on line. Secondo i risultati pubblicati, l’87,55%
dei rispondenti considera l’e-learning come integrazione della formazione
in aula, mentre solo il 9% pensa sia possibile sostituire l’aula
con il Web. Il 3,43% crede, invece, che l’e-learning sia solo un
surrogato dell’insegnamento "dal vivo".