AirDrop è indubbiamente una gran comodità ma ha due caratteristiche tipiche di molte funzioni Apple: è completamente supportata solo dai Mac e dai dispositivi iOS più recenti e non va oltre l’ambito dei dispositivi con la Mela. Sono due limiti pienamente giustificati ma che in alcuni casi sarebbe bello poter eliminare. In passato abbiamo accennato a Pushbullet come soluzione alternativa, Instashare è simile ma punta su una maggiore immediatezza.
Instashare cerca di duplicare il funzionamento di AirDrop realizzando in sostanza un trasferimento file via Wi-Fi tra due dispositivi che si “riconoscono” in wireless. Nulla di tecnicamente complesso e che non si potrebbe fare con altre utility, però Instashare lo fa permettendoci di trasferire un file banalmente trascinandolo sul device che lo deve ricevere o con un comando di condivisione. Proprio come AirDrop.
Il funzionamento immediato di Instashare è gradevole ma non è da solo il suo punto di forza. Lo diventa combinato con la trasversalità della piattaforma: l’utility funziona allo stesso modo su iOS, macOS, Windows e Android. Quindi è una sorta di AirDrop esteso ad altri sistemi operativi.
Il vantaggio è duplice: poter trasferire file tra sistemi molto diversi oppure, restando in ambito Apple, portare qualcosa di molto simile ad AirDrop ai Mac, iPhone e iPad che non lo supporterebbero. Una bella comodità per chi scambia spesso file tra i suoi device.
Due i limiti da sottolineare. Il primo è che l’applicazione si paga (circa 7 dollari) mentre AirDrop no. Il secondo è che Instashare è pensato soprattutto per uso personale, come l’analoga funzione di Apple, quindi non ha particolari funzioni accessorie o di sicurezza (ma il minimo indispensabile c’è). Per la condivisione di elementi in un gruppo di lavoro sono meglio piattaforme come Pushbullet.