Di recente l’insurtech wefox ha annunciato la chiusura del nuovo round di investimento di Serie D di 400 milioni di dollari e di aver raggiunto così la valutazione di 4,5 miliardi di dollari, aumentando la sua valutazione da 3 miliardi a 4,5 miliardi di dollari in 12 mesi.
Abbiamo intervistato Matteo Bevilacqua, CEO di wefox Italy, sull’azienda e – in generale – sull’attuale scenario del settore insurtech, a livello globale e in Italia.
La trasformazione digitale ha accelerato l’evoluzione del settore assicurativo, decretando di fatto il successo del fenomeno insurtech. Come valutate lo scenario di mercato in un Paese storicamente poco incline ai cambiamenti come l’Italia?
La tecnologia ci circonda e ogni giorno diventa sempre più parte integrante della nostra vita. In questo scenario si è inserito il fenomeno della digitalizzazione del mercato assicurativo, che ha visto in un primo momento l’utilizzo di piattaforme gestionali sempre più evolute a supporto dell’attività degli intermediari tradizionali, successivamente l’avvento delle compagnie online/digitali, per poi arrivare alle vere e proprie insurtech, ovvero società native tecnologiche che vendono prodotti assicurativi.
America e Nord Europa sono stati i precursori in questo settore. L’Italia è partita in ritardo per motivi legati principalmente all’arretratezza digitale del paese e alla maggiore difficoltà di trovare investitori disposti a impegnare ingenti capitali. Inoltre, il nostro mercato è fortemente incentrato sulla figura dell’intermediario assicurativo, che, costruendo negli anni un rapporto di fiducia con il cliente, si è fortemente legato a quest’ultimo. Molte insurtech hanno fallito perché per favorire la disintermediazione del cliente rispetto all’intermediario hanno sì ridotto i costi di assunzione ma tralasciando l’aspetto culturale legato al patto di fiducia che si instaura tra un cliente e il suo “assicuratore”.
La strategia di wefox si è invece dimostrata vincente perché parte dal paradigma opposto: la nostra tecnologia è al supporto dell’intermediario per dare un servizio migliore e più efficiente al suo cliente. Nel mercato Italiano, infatti, le insurtech di successo saranno quelle che hanno l’obiettivo di collaborare e supportare l’attività degli intermediari. E wefox si muove senza esitazioni verso questa direzione. Il riscontro da parte del mercato degli intermediari è molto forte: in poche settimane, oltre 200 distributori si sono dimostrati interessati, e per la fine del 2024 stimiamo di chiudere 500 accordi di collaborazione.
Il recente round di investimenti da 400 milioni di dollari ha portato la valutazione di wefox a ben 4,5 miliardi di dollari. Come pensate di capitalizzare la fiducia che il mercato vi sta costantemente dimostrando?
Wefox è più solida che mai. Abbiamo chiuso con successo questo nuovo round da 400 milioni e rafforzato la nostra strategia, che si concentra sulla distribuzione indiretta tramite intermediari piuttosto che diretta full digital. E abbiamo accelerato il percorso verso ricavi e profitti ancora maggiori. Investiremo queste nuove risorse nello sviluppo di prodotti e nell’espansione in Europa, puntando successivamente su Asia e Stati Uniti. L’espansione avverrà sia tramite acquisizione di intermediari leader di mercato nei loro Paesi sia tramite lo sviluppo della nostra tecnologia.
Abbiamo già individuato una serie di target che, partendo dal loro Paese di origine, ci permetteranno di portare nuove competenze al servizio di tutto il Gruppo, e quindi di allargare ulteriormente l’offerta per i nostri clienti. Inoltre, la continua e costante evoluzione della nostra piattaforma ci consentirà di servire i clienti in maniera sempre più efficiente ed efficace, creando valore aggiunto per tutta la filiera.
A partire dal cliente, che beneficerà di premi sempre più competitivi e condizioni assicurative sempre più ritagliate sulle sue esigenze, passando per gli intermediari che vedranno una riduzione dei loro costi e del tempo medio per la gestione di ogni contratto, per finire con la compagnia che vedrà una riduzione del rapporto sinistri premi e quindi maggiori ricavi. L’effetto congiunto della crescita tramite acquisizioni e quella endogena ci ha portato anno su anno a raddoppiare i nostri ricavi creando quella che ad oggi è la prima insurtech nel mondo.
Insurtech vuol dire anche e soprattutto innovazione digitale. Quali sono i vostri tratti distintivi, e che novità pensate di proporre al mercato?
La nostra piattaforma ha caratteristiche tecniche ed architettoniche che la rendono unica nel mercato. Il tempo medio per la realizzazione di un prodotto da zero è ad oggi di poco superiore a 30 giorni e puntiamo ad andare a breve sotto la soglia del mese. I prodotti già presenti su un mercato possono essere copiati per altri mercati in poche ore – tramite un sistema di “drag and drop” delle componenti tecnologiche – anche direttamente dal distributore, che può quindi creare il proprio prodotto distintivo per i suoi clienti.
Il continuo dialogo con le varie eccellenze del nostro settore e la grande flessibilità della nostra piattaforma, composta da moduli indipendenti che interagiscono tra loro all’interno della piattaforma stessa tramite API, ci permettono un veloce collegamento con qualsiasi partner, sia commerciale o tecnologico, integrando solo le componenti necessarie o desiderate.
Guardando ad esempio al mondo dell’automotive, siamo in grado di conoscere gli ADAS presenti su ogni veicolo e quindi calibrare la copertura anche sulla base della sicurezza del singolo veicolo e modello. Abbiamo inoltre sviluppato la tecnologia per leggere la telematica imbarcata nei veicoli e poter quindi tarare le coperture anche sugli stili di guida del singolo cliente, sull’effettivo utilizzo dell’autovettura, sul numero di km percorsi o sulla quantità di kw utilizzati e così via.