Aumenta il fatturato, ma l’utile rallenta: colpa degli investimenti da sostenere per sviluppare Ivy Bridge.
Sono segnali discordanti quelli che arrivano da Intel.
Il primo trimestre dell’anno, chiuso a fine marzo, ha fatto registrare al gigante dei microprocessori un lieve ma interessante incremento alla voce di fatturato, passato in effetti da 12,85 a 12,9 miliardi di euro.
Di converso, gli utili netti segnano un calo, da 3,16 a 2,74 miliardi di dollari, mentre gli utili per azione, attestati a 53 centesimi, sono comunque meglio dei 50 centesimi attesi dagli analisti.
In effetti, Intel sta attraversando un momento di transizione importante: sta incrementando la produzione dei suoi processori di ultima generazione, Ivy Bridge, destinati a essere al cuore degli annunci d’autunno, con il lancio di Windows 8, ma i costi da sostenere per adeguare gli stabilimenti di produzione sembrano pesare sul bilancio complessivo.
Quanto questo investimento sarà giustificato si potrà vedere quando, con l’arrivo dell’ultimo sistema operativo di Microsoft, il focus sarà tutto sugli ultrabook.
In effetti, in questo momento, al di là delle intenzioni delle aziende, la sfida vera è il confronto sul mercato. Perché secondo qualche analista la proposizione di Intel, che degli Ultrabook ha persino brevettato il nome, è forse eccessiva, in termini di corredo tecnologico e di costi associati per gli utenti consumer ai quali è indirizzata.