Secondo Amy Signorini, Western Europe Business Developer Manager di Intel, vi sono numerosi cambiamenti climatici in corso al momento, con un aumento delle temperature che causa periodi di siccità più frequenti e intensi e la perdita di acqua potabile. L’opinione comune di gran parte della comunità scientifica è che il riscaldamento globale sia da imputare a cause umane.
In questo contesto, dove l’acqua diventa una risorsa sempre più importante, più dell’80% delle acque reflue viene scaricato nell’ambiente senza essere trattato.
Questo, nonostante un rapporto dell’ente sullo sviluppo delle risorse idriche delle Nazioni Unite dimostri che una migliore gestione delle acque reflue generi grandi vantaggi da un punto di vista sociale, ambientale e di sviluppo di un’economia sostenibile.
È quindi importante sviluppare una strategia di conservazione dell’acqua che miri a ottenere tre obiettivi primari di sostenibilità.
Conservare l’acqua utilizzata nelle attività industriali; collaborare a iniziative promosse dalle comunità locali; creare soluzioni tecnologiche che aiutino a reinventare le modalità con cui utilizziamo e conserviamo l’acqua.
Sostegno a lungo temine per ottenere un cambiamento nella gestione dell’acqua
Nell’era del “tutto connesso” si è determinata una forte domanda di dispositivi informatici. Tuttavia, per la fabbricazione di apparecchiature elettroniche è necessaria molta acqua dolce, che non è sempre adeguatamente conservata nelle grandi aziende. In Intel, il 90% delle acque reflue utilizzate a livello globale viene riciclato, con l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2030.
Negli ultimi 10 anni, gli sforzi per la conservazione dell’acqua hanno permesso di risparmiare circa 140 milioni di metri cubi d’acqua. Sufficienti per alimentare più di 337.000 case americane per un anno.
Risulta quindi chiaro che le imprese possono svolgere un ruolo importante.
Il National Parks & Wildlife Service e Intel hanno avviato un progetto di bonifica delle torbiere in Irlanda. L’obbiettivo delle due organizzazioni è incrementare la conservazione dell’acqua di milioni di litri. E’ il primo progetto di ripristino idrico finanziato in Europa per ottenere un riciclo totale netto dell’acqua nel mondo entro il 2030.
Il concetto di utilizzo idrico netto positivo, ovvero un consumo di acqua uguale o inferiore alla quantità di acqua resa disponibile, richiede l’ottimizzazione dei consumi e il riciclo intensivo dell’acqua.
Non un compito facile in un settore come quello della produzione di chip, dove le acque reflue sono solitamente molto tossiche. Questo progetto di collaborazione tra pubblico e privato è uno dei primi del suo genere in Irlanda. Sarà sempre più importante mettere in campo iniziative con le comunità locali di altri Paesi, per raggiungere obiettivi simili.
La tecnologia digitale a vantaggio dell’ottimizzazione delle risorse idriche del pianeta
Le soluzioni digitali hanno anche un ruolo nell’implementazione di soluzioni per risparmiare acqua. In Francia, ad esempio, Veolia ha recentemente sviluppato per i propri clienti un sistema Hypervision che consente di controllare e gestire i propri servizi idrici e le proprie installazioni energetiche in tempo reale, in modo da rilevare tempestivamente perdite d’acqua o malfunzionamenti. Questo consente di raggiungere nuovi livelli di prestazioni. Queste tecnologie possono essere implementate su diverse scale e mirano a soddisfare le specifiche esigenze di una particolare città.
Un altro esempio è il progetto SafeWaterAfrica finanziato dall’Unione Europea e finalizzato a disinfettare, a basso costo e in maniera sostenibile, l’acqua per utilizzo domestico nelle aree rurali dell’Africa. Il progetto è stata una collaborazione tra partner nel mondo accademico e industriale in Germania, Spagna e Italia, che hanno fornito conoscenze sulle nuove tecnologie di purificazione dell’acqua, e partner accademici e industriali di Mozambico e Sudafrica, che hanno contribuito fornendo tecnologie aggiuntive. L’obiettivo di conservazione dell’acqua in questo progetto, supportato dalla tecnologia digitale, era sviluppare autonomamente una tecnologia di purificazione per la fornitura e la gestione dell’acqua potabile nell’Africa rurale.
Il digitale ha un preciso DNA, quello dell’innovazione continua. È anche parte integrante della nostra vita quotidiana, tanto più in un contesto dove l’utilizzo di dispositivi digitali è in forte crescita. Le due grandi rivoluzioni, digitale e ambientale, sono intimamente legate ed è possibile, da entrambe le parti, essere protagonisti di questo cambiamento. Si tratta di un tema affascinante, perché richiede di rispondere a due sfide: da una parte controllare l’impatto ambientale della tecnologia digitale e dall’altra quella di utilizzare la tecnologia digitale come leva per la transizione ecologica.