Due anni dopo rispetto alle previsioni, è adesso disponibile il nuovo processore destinato a server e workstation con il quale la casa di Santa Clara cerca spazio sul mercato professionale.
L’Itanium day è arrivato. Oggi Intel annuncia ufficialmente il lancio sul mercato del suo nuovo processore, da lei stessa definito “lo sviluppo più significativo in materia di architettura dopo il lancio del processore 386 nel 1985” e per il quale sono stati necessari sette anni di sviluppo.
Si tratta del primo processore di Intel a 64 bit e con tecnologia Epic (Explicity Parallel Instruction Computing), destinato al mercato dei server e delle workstation.
Per Intel si tratta di un annuncio che va al di là del solo lancio di prodotto, se pure assai significativo. Si tratta in effetti del varo di una nuova strategia ventennale alla conquista di una leadership anche sul mercato professionale: la stessa leadership già raggiunta nel mondo del personal computing.
Itanium – fino a qualche mese fa ancora noto come Merced – ha richiesto, come già accennato, ben 7 anni di sviluppo ed esce con due anni di ritardo rispetto al lancio commerciale previsto dalla società.
Rispetto ai processori Risc, terreno sul quale si gioca la concorrenza con competitor del calibro di Ibm e Sun, Itanium dovrebbe risultare meno caro, cosa che dovrebbe in qualche modo convincere i produttori ad adottarlo come componente standard per i propri sistemi. Tuttavia, gli analisti non si aspettano fin da subito un decollo di Itanium, prevedendo migliori fortune per il suo successore, il processore McKinsley, in uscita già nel 2002.
Ma chi sarà della partita? Per ora sono certi i nomi di Hewlett Packard – che per altro ha collaborato attivamente allo sviluppo di Itanium – e di Dell. A breve dovrebbero aggiungersi Compaq, Gateway e Ibm, anche se quest’ultima ha da poco presentato anche il proprio Power 4, il cui posizionamento non differisce da quello del processore Intel.