La società rivede al ribasso le proprie stime per il secondo trimestre e dà la colpa al rallentamento sul mercato europeo
9 giugno 2002 Sarebbe colpa del rallentamento della domanda di pc
in Europa se il secondo trimestre di Intel si dovesse chiudere con risultati
inferiori al previsto. E i 6,2 miliardi di dollari di fatturato annunciati
risultano essere un po’ al di sotto rispetto a quella “forchetta” compresa tra i
6,5 e i 6,8 miliardi, fin’anche a toccare i 7 miliardi, attesi dalle diverse società di analisi. Senza contare che
ora sono rimasti solo i 20 giorni di giugno per raddrizzare una situazione effettivamente un
po’ “compromessa”.
Ma, a dire il vero, non di sola Europa vive Intel e in
realtà parte della responsabilità dei risultati annunciati è anche da attribuire
alla diversa composizione del mix di vendite. Nel trimestre, gli acquisti si
sarebbero orientati in modo più netto verso i meno costosi Celeron, invece che
verso i Pentium 4, decisamente più cari. Come risultato, ciascun pezzo venduto
comporta una minor contribuzione media al fatturato e agli utili.
Ciò che
però impensierisce gli analisti è il tempo necessario a far registrare un
ripresa significativa. Pare infatti che molti produttori di pc abbiano magazzini
sufficienti a soddisfare la domanda per le prossime dieci settimane, laddove la
media consigliata si aggira in genere intorno alle tre settimane.
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