Periodica revisione del prezzo dei propri chip desktop e mobile da parte del colosso californiano. La riduzione è stata “decisa” sul versante high end (si è arrivati a un -35%) meno su quello entry level (si va dal 5% al 15%). Attesa la contromossa di Amd
27 ottobre 2003 Passato il periodo inerente
l’inizio dell’anno scolastico, il prossimo appuntamento di rilievo per i pc è il Natale. E allora quale modo migliore per cercare di
favorire i regali se non quello di proporre prodotti più economici?
Intel non ha certo intenzione di lasciarsi sfuggire l’occasione
e così ha annunciato un sostanzioso ritocco dei prezzi dei suoi processori, che,
a seconda dei modelli, varia da un minimo del 5% a un massimo del 35%.
Più in dettaglio, il top della gamma, il Pentium 4 a 3,2
GHz, vede passare il suo costo da 637 dollari a 417 dollari (-35%),
mentre il modello a 3 GHz con front side bus a 800 MHz costa
ora 278 dollari (-33%). Come solitamente accade in questi casi, si è innescato
una sorta di effetto a catena, che ha portato tutti gli altri processori a
scalare il prezzo e ad assumere una quotazione prossima a quella sinora
appannaggio del modello immediatamente inferiore. Così, per esempio, il
Pentium 4 a 2,8 GHz con Fsb a 800 MHz bus passa da 278 dollari
a 218 dollari, mentre il modello da 2,6GHz e Fsb a 800 MHz
scende da 218 dollari a 178 dollari.
Come si diceva, la diminuzione ha riguardato tutta la gamma di chip, da
quelli indirizzati ai desktop a quelli mobile, senza distinzione tra Pentium e
Celeron. E appunto in quest’ottica, i cali di prezzo più vistosi si sono avuto
sui prodotti di fascia più alta (33-35% desktop e 32-34% mobile), a scalare sino
a quelli entry level (dove il calo medio è stato del 13-15%). Per inciso, i
processori più economici oggi sul listino Intel sono i Celeron a 2,3 e 2,4 GHz
che costano 69 dollari (prima costavano 79 dollari). Come sempre, tutte le nuove
quotazioni si intendono per lotti di almeno 1.000 pezzi.
Per i prossimi giorni è attesa una mossa simile anche da parte di Amd.