Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale viaggia a ritmi impetuosi. Tuttavia, il potenziale di questa tecnologia apre orizzonti finora inesplorati, anche dal punto di vista normativo.
Regolamentare l’uso delle IA da parte della Commissione Europea presenta aspetti positivi ma anche potenziali limiti. Da un lato si vuole evitare che l’uso di questa tecnologia finisca con il comprimere diritti individuali o a ledere la privacy, dall’altra si corre il rischio che altre aree geopolitiche ci superino tecnologicamente, ottenendo vantaggi competitivi difficili da colmare.
Lo abbiamo chiesto a José Alberto Rodríguez Ruiz, Chief Data Protection Officer, Cornerstone OnDemand.
Secondo Ruiz, non ci sono contraddizioni tra il garantire la protezione delle persone e lo sviluppo tecnologico, e questo vale per molte aree della tecnologia, non solo per l’AI. Si tratta, a suo parere, più di trovare il giusto equilibrio.
Nessuno vuole realmente implementare una tecnologia che ci potrebbe danneggiare. Il manager porta ad esempio il riconoscimento facciale, che aziende come Ibm hanno attualmente sospeso in tutto il mondo perché non sono certe del rapporto rischi-benefici.
In Cornerstone, credono fortemente nella possibilità di un utilizzo corretto dell’Intelligenza Artificiale. Infatti le implicazioni etiche sono una componente importante del suo Innovation Lab for AI, un centro di eccellenza che vede data scientist ed esperti aziendali impegnati nel compito di mettere a punto metodi pratici ed etici per applicare le tecnologie AI negli ambienti di lavoro.
Puntando sulla ricerca e sulla collaborazione, il Lab si propone di affrontare le problematiche dell’AI che risultano più critiche per le aziende: ad esempio, come preservare la componente “umana” del lavoro pur ricorrendo all’automazione o in che modo trattare i dati personali sensibili senza perdere di vista l’etica e l’imparzialità. Tutto ciò con l’obiettivo finale di sfruttare l’AI per trasformare il lavoro in un’esperienza migliore, sempre più personalizzata e gratificante.
L’uso dell’intelligenza artificiale si presta a numerosi scenari nell’ambito HR. Anche in questo caso, tuttavia, le implementazioni sociali ed etiche fanno sorgere non poche preoccupazioni anche presso l’opinione pubblica. Come coniugare le ragionevoli esigenze di modernità dei team HR con i temi etici legati alle IA?
Può sembrare sorprendente, ma nel campo specifico delle risorse umane, tali preoccupazioni, come la discriminazione, non sono nuove e sono già regolate in normative come il GDPR. È interessante notare che ciò che lo sviluppo dell’AI porta è nuova luce a vecchi problemi.
Ruiz ritiene che l’intelligenza artificiale offra l’opportunità di risolvere questi problemi su larga scala. Per questo, e per affrontare adeguatamente le questioni etiche, c’è bisogno di due cose.
Innanzi tutto, di un data scientist per comprendere questi problemi, per capire come verranno utilizzati i sistemi di intelligenza artificiale (in questo caso per il recruiting, la formazione, la gestione delle competenze, la progressione di carriera, ecc.), per comprendere le sfide e incorporarle nella fase di progettazione e test (il cosiddetto Ethical AI by design).
Successivamente, c’è bisogno che gli utenti dell’AI, i professionisti delle risorse umane, diventino ‘AI Power User’, in modo che siano in grado di capire come funziona l’AI, monitorarla e assicurarsi che funzioni adeguatamente.
Quali sono i piani di sviluppo sulle tecnologie IA a breve e medio termine per Cornerstone?
Il manager ha chiarito che in Cornerstone hanno iniziato a lavorare a questi elementi molto tempo fa.
Infatti, nel 2014 Cornerstone ha acquisito Evolv, azienda attiva nelle big data analytics, e nel 2020 Clustree, società francese creatrice di un motore di ricerca delle competenze basato su AI.
A dicembre 2020 la società ha lanciato il già citato Innovation Lab for AI, impegnato nello sviluppo di applicazioni AI responsabili, come Skills Graph, il motore per la ricerca di competenze basato su AI, integrato nel portafoglio di prodotti di Cornerstone.
Grazie a una maggiore comprensione delle proprie carenze in termini di skill e all’accesso a contenuti che rispondono alle esigenze di formazione, le persone saranno in grado di assumere un maggiore controllo della propria carriera.
La gestione delle competenze e delle carriere saranno una delle nostre principali aree di sviluppo, conclude il manager di Cornerstone