Se c’è una cosa su cui qualsiasi azienda non può obiettare è che per portare avanti il proprio business, quale che sia, è necessario che abbia un’interconnessione ben concepita con tutti gli attori della propria supply chain e poi con i clienti e consumatori.
Quello a cui la gran parte delle aziende non pensa è come avviene questa connessione. L’idea di essere genericamente collegati alla “nuvola” di Internet va bene nei diagrammi delle presentazioni, nel concreto lo scenario è più complesso e mette in primo piano i temi della interconnessione.
Dal punto di vista tecnico un punto di interconnessione è semplicemente un luogo fisico dove avviene il collegamento fra le reti di più entità.
Nella gran parte dei casi sono provider di telecomunicazioni, che poi servono le imprese, ma possono anche essere direttamente grandi aziende che hanno una connettività propria. L’interconnessione avviene quasi sempre in datacenter “neutrali” che ospitano gli apparati di operatori diversi, anche di più nazioni.
Il tema della interconnessione ha assunto sempre maggiore importanza perché i processi di business sono già da tempo basati sul collegamento delle controparti coinvolte. E assume sempre più rilievo perché le aziende stanno man mano basando i propri processi su risorse e sistemi (genericamente i servizi cloud) che non sono nelle loro sedi ma magari a migliaia di chilometri di distanza.
La distanza introduce latenza nelle comunicazioni, la latenza introduce ritardi che possono anche diventare problemi per il business.
Questo significa tra l’altro che il vecchio modello di interconnessione centralizzata non è più praticabile. Se un’azienda ha molte filiali sparse per il mondo, ad esempio, non può concentrare il loro interscambio nel datacenter della sede centrale.
Questo tipo di collegamento (backhauling) aveva le sue ragioni – ad esempio in termini di controllo degli accessi, gestione della sicurezza e centralizzazione delle elaborazioni in un datacenter condiviso – ma oggi è troppo limitante per le comunicazioni fra le sedi.
Lo stesso ragionamento vale a maggior ragione se pensiamo al mondo cloud. Per le aziende deve essere possibile raggiungere facilmente i datacenter dei propri provider, di conseguenza questi devono essere relativamente vicini o ben collegati con i vari centri di interconnessione.
L’esigenza odierna è quindi che l’interconnessione sia distribuita, molteplice e il più possibile vicina alle sedi delle aziende. Idealmente un’azienda dovrebbe potersi collegare a un centro di interconnessione che non sia troppo distante (per contenere la latenza) e che veda la presenza di molti provider. Questo per avere la possibilità di collegarsi indirettamente a un gran numero di realtà.
Questo è il motivo per cui la crescita e la diffusione dei punti di interscambio fra operatori non sono più solo temi da addetti ai lavori delle telecomunicazioni.
Le possibilità di interconnessione sono un elemento che favorisce il business, come dimostra il fatto che nelle città e nelle regioni dove troviamo i punti di interscambio più “prestanti” si sviluppano rapidamente gli ecosistemi digitali più importanti.