Vale già oltre 1 miliardo e mezzo di euro il mercato dell’Internet delle Cose in Italia. È quanto emerge dai dati presentati dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano e consolidati a fine 2014.
Secondo i dati dell’Osservatorio, nel nostro Paese sono già 8 milioni gli oggetti interconnessi tramite Sim cellulare, con una crescita del 33 per cento anno su anno e un valore complessivo di 1,15 miliardi di euro. I restanti 400 milioni di euro sono appannaggio di differenti tecnologie di comunicazione come Wireless M-Bus, WiFi, Reti Mesh Low Power, Bluetooth Low Energy.
Secondo Alessandro Perego, Responsabile scientifico dell’Osservatorio, lo scorso anno può essere considerato quello della svolta, con una accelerazione importante per una innovazione “che crea valore, incide sui fondamentali competitivi, rende possibili funzionalità e servizi prima quasi inimmaginabili”.
Una innovazione che vede, in questa fase, crescere progressivamente il numero degli attori, con una significativa incidenza delle startup (+40%) che beneficiano tra l’altro dell’incremento dei finanziamenti degli investitori istituzionali (+270%).
Tre sono gli ambiti nei quali anche in questo 2015 sono previste le crescite più significative.
Si parte con le Smart Car, per le quali – sostiene Perego – “non si arresta la diffusione dei box GPS/GPRS con finalità assicurative in attesa dell’arrivo di auto connesse in modo nativo dalla produzione”, per passare alle Smart Home, con una crescente percentuale di proprietari di casa (46%) interessati all’acquisto di prodotti connessi soprattutto per la sicurezza e il risparmio energetico (i sistemi di antintrusione e di telecontrollo degli impianti di climatizzazione e riscaldamento attualmente rappresentano rispettivamente l’8% degli oggetti e il 23% del mercato) preferibimente gestiti via App, e arrivare allo Smart Metering e la sua diretta correlazione: la Smart City, che pesa oggi solo per il 2% degli oggetti e il 4% del mercato.
Secondo quanto emerge dallo studio, circa la metà dei comuni italiani con oltre 40.000 abitanti ha già avviato progetti Smart City basati su tecnologie Internet of Things e il loro numero è destinato a salire al 75% nel corso di quest’anno.
In questo momento, i progetti prevalenti guardano alla gestione della metà, seguiti da un 52% di iniziative che guardano all’IoT come all’approccio migliore per gestire i servizi di illuminazione pubblica, mentre il 35% guarda al mondo dell’infotainment e dei servizi turistici.
In ogni caso, è la stima, l’implementazione di questi progetti potrebbe tradursi in risparmi annui per 4,2 miliardi di euro, la riduzione dell’emissione di 7,2 milioni di tonnellate di CO2 e un risparmio di 5 giorni all’anno di coda nel traffico pro capite. Ed è proprio sulla portata di queste cifre che sembra al momento mancare la piena consapevolezza.