Investite nei business visionari

Per ogni euro speso in progetti It nella Comunità europea, 75 centesimi varcano le frontiere comunitarie per finire quasi sempre negli Stati Uniti. Bisogna darsi una mossa

Maggio 2005, Tra telefoni cellulari e gadget elettronici di ogni genere,
al Cebit 2005 c’è stata anche una voce fuori dal coro del puro marketing
di prodotto consumer. È quella di Henning Kagermann,
Ceo di Sap. Nel suo intervento, piuttosto di parlare di nuove soluzioni gestionali,
ha posto l’accento sulla presunta "dipendenza tecnologica" dell’Europa
nei confronti degli Stati Uniti d’America. Kagermann ha portato dati precisi
per dimostrare la propria tesi. «Nonostante l’industria It
ha dichiarato il Ceo di Sap – abbia il maggior potenziale di innovazione,
le minori restrizioni e il maggiore impatto nei confronti degli altri settori
industriali, il mercato vale appena l’1,5% del prodotto interno lordo della
Germania»
.
«Per ogni euro investito nella Comunità europea nei progetti It
più importanti, circa 75 centesimi finiscono fuori dalla Germania. Questa
non è la strada giusta per l’Europa»
ha proseguito Kagermann.
A supporto di queste affermazioni, il manager ha citato uno studio di McKinsey
secondo cui ogni dollaro creato negli Stati Uniti che passa la frontiera viene
rimpiazzato da 1,13 dollari di prodotto interno lordo. Ovvero, un investimento
in un progetto destinato a essere implementato fuori dagli Stati Uniti è
subito sostituito da un valore di crescita interna addirittura maggiore.
«In Germania
– ha sottolineato Kagermann – questo rapporto è
di uno a 79 centesimi».
La ricetta per risolvere questa situazione
è un programma globale di investimenti dedicati che si concentri nello
sviluppo di business "visionari". Si deve lavorare sull’innovazione
dei processi di business, piuttosto che sui prodotti, spostandosi verso architetture
It orientate ai servizi. Kagermann fa l’esempio dell’industria automobilistica,
in cui lo stesso modello produttivo e la stessa piattaforma vengono utilizzati
come base per diverse implementazioni. Nel nostro settore, inoltre, deve crescere
la flessibilità orientata alla domanda del cliente. Kagermann scommette
su sistemi comprensivi di hardware, software e servizi, che puntino a risolvere
i problemi del cliente e non a fare innovazione fine a se stessa. Una strigliata
al Vecchio Continente, insomma, che arriva dal capo di una azienda tedesca che,
dei 7,5 milioni di dollari di fatturato, ne fa 4,2 in Europa e poco più
della metà negli Stati Uniti.

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