La cura non è stata indolore, ma adesso Intel Italia è pronta a ripartire. Dopo otto mesi di ristrutturazione che a livello mondiale hanno visto l’uscita dell’11% della forza lavoro, la filiale italiana sotto la guida del nuovo country manager Maurizio Riva vuole porre l’accento sulla parte più innovativa del proprio raggio d’azione. Così all’Intel summit che si è tenuto ieri a Milano, per scelta, non si è parlato di pc e server, ma Riva ha voluto dare spazio a partner come Microsoft, Aruba e Texa per sottolineare l’importanza di quella fascia di mercato che può dare vita a nuovi prodotti, servizi o business model. Dopo la riorganizzazione della società, ha aggiunto Riva, “L’Italia è uno delle 18 focus country e in questi mesi abbiamo aumentato il numero delle persone che si occupano del segmento innovativo del mercato”. La filiale italiana è quindi impegnata in un’opera di scouting per cercare aziende pronte a lavorare nell’area dell’Industry 4.0 e in particolare sul manifatturiero, il secondo in Europa, che è poi uno dei motivi che hanno spinto il quartier generale di Santa Clara a inserire la Penisola nell’elenco delle 18 country.
Per i partner è prevista anche l’implementazione di un’area dedicata al mondo Iot all’interno del programma di canale. Riva è molto fiducioso sulle potenzialità dell’offerta del mercato italiano in ambito cloud e Iot. “Abbiamo l’ambizione di esportare soluzioni all’estero”, aggiunge anche perché i partner impegnati nelle nuove aree dovrebbero trovare riscontro in una domanda crescente di soluzioni. Secondo le rilevazioni di Idc, presentate da Fabio Rizzotto, l’area definita “second platform” è in calo quasi del 7% lasciando spazio all’avanzare delle tecnologie digitali. L’area della terza piattaforma costiuita da cloud, big data, social e analytics sta maturando ed entrando in una nuova fase. “Questo tessuto – sottolinea l’analista di Idc – alimenta l’area definita innovation accelerator con Iot, robotica, 3d printing, tecnologie cognitive e tutti i nuovi paradigmi”. Temi già intrecciati anni fa che oggi lo sono ancora di più e sono fondamentali per l’innovazione. Le aziende, stando ai dati della società di ricerca, iniziano a comprenderlo visto che il 57% ritiene strategico l’Iot, il 70% il cloud, il 74% il mobile e il 74% la cybersecurity. “Se immaginiamo processi sempre più basati sul cloud o tecnologie Iot – ha spiegato Rizzotto rivolgendosi ai partner di Intel – abbiamo un gradissimo potenziale di fornte a noi con la nascita di nuove esigenze. Le aziende capaci di proporre soluzioni faranno parte di ecosistemi recitando un ruolo di innovatori perché ogni organizzazione sarà sempre di più contaminata da innovazione con un contributo fondamentale che arriverà dai partner tecnologici”. Anche perché il 40% delle aziende ritiene disruptive l’impatto della digital transformation sul proprio settore entro i prossimi 12 mesi ed entro il 2020 il 50% delle aziende global 2000, le principali società del mondo, baserà il proprio successo sulla capacità di creare prodotti, servizi ed esperienze digitally-enhanced.
Intel e il Cloud for all
Intel vuole essere parte di questo processo muovendosi con decisione verso Iot e cloud computing. “Connessi, intelligenti e autonomi” sono, secondo Maurizio Riva le tre fasi del mondo dell’Internet delle cose al quale Intel offre piattaforme e tecnologie, ecosistemi scalabili per sviluppare soluzioni verticali oltre alla leadership a livello di standard e consorzi. “Per questo l’approccio della piattaforma Intel Iot prevede il passaggio dagli oggetti al cloud con la realizazione di soluzioni verticali da realizzare con piattaforma orizzontale e prodotti e lo sviluppo di un solido ecosistema”.
Nel cloud Santa Clara ha da tempo lanciato Cloud for all che punta a definire collaborazioni per creare soluzioni Software-definied infrastructure per le imprese, spingendo su standard e attività di sviluppo dei partner per velocizzare l’adozione del cloud computing.