C’è davvero una competizione diretta tra iPad e Kindle Fire? E quali implicazioni hanno le scelte di Amazon per la piattaforma di Google?
Ora che la stagione natalizia è definitivamente chiusa e in attesa dei risultati delle ultime trimestrali dell’anno e delle prossime novità di prodotto, è il momento delle analisi.
Tra i comparti sotto il riflettore, sicuramente resiste quello dei tablet, complice, soprattutto, le buone performance di Amazon, con il suo Kindle Fire, proprio nel corso delle ultime settimane dell’anno.
Nonostante la società guidata da Jeff Bezos non abbia rilasciato alcun numero di dettaglio, parlando genericamente di un milione di dispositivi Kindle venduti ogni settimana, le ipotesi più accreditate attestano le stime di vendita del Fire tra i 4 e i 6 milioni di unità.
Due, a questo punto, le domande.
Durerà?
Questo successo commerciale è andato in qualche misura a scapito di Apple?
Amazon: un successo di lungo respiro
Alla prima domanda risponde Gartner, convinta che il successo del tablet targato Amazon non sia destinato a scemare nel breve periodo, anche se la stagionalità ha un suo peso e non è certo ipotizzabile mantenere anche nei primi mesi dell’anno lo stesso run rate della stagione natalizia.
Apple è avanti nella segmentazione
Quanto alla seconda domanda, la questione è un po’ più complessa da analizzare.
Considerando che anche per Apple (che presenterà la propria trimestrale questa sera – ndr) le vendite natalizie sembrano essere state del tutto positive, sembra difficile parlare di cannibalizzazione di un prodotto a discapito di un altro.
In realtà trova più credito l’ipotesi che vede i due prodotti indirizzarsi a due target diversi e specifici.
Non c’è solamente il prezzo
Detto in altri termini, il fattore prezzo, che di certo ha spinto le vendite di Kindle finora, non è la sola discriminante nella scelta degli utenti.
Così, chi ha scelto Amazon lo ha fatto anche in virtù dell’ecosistema connesso a Kindle Fire. Lo ha fatto, soprattutto, con la volontà di cercare una tablet experience focalizzata soprattutto sulla fruizione di contenuti video ed ebook.
Chi invece ha scelto Apple, lo ha fatto attirato da un lato dalle app disponibili, dall’altro dalle possibilità di elaborare in proprio contenuti e documenti.
Due attitudini di acquisto, incoraggiate peraltro dalle strategie specifiche delle due società, ciascuna volta a enfatizzare i propri atout, che non dovrebbero essere nel breve termine messe in discussione nemmeno se Apple dovesse davvero, come tanti ipotizzano, rilasciare un tablet low cost nei prossimi mesi.
Un punto resta comunque chiaro: la partita almeno nell’immediato futuro continuerà a giocarsi tra questi due player e Kindle Fire finirà per rappresentare l’epitome del tablet per Android.
Ed è questo un ulteriore punto sul quale gli analisti stanno portando oggi la riflessione.
Il problema di Google
Bloomberg, ad esempio, sottolinea come il modello adottato da Google per Android possa oggi trasformasi in un boomerang per la società di Mountain View.
Il punto di partenza è semplice: Android viene rilasciato gratuitamente agli sviluppatori, e Google continua a ricavare il proprio beneficio dall’advertising sul Web o dalle applicazioni.
Fire alarm
Ma è proprio Amazon che rischia di far vacillare l’impianto.
Per il proprio Fire, Amazon ha scelto di utilizzare Android come building block, evitando dunque di precaricare sul dispositivo applicazioni come Gmail, Google Maps o YouTube e finanche l’App Store di Google.
In altre parole, ha tolto dal Fire proprio quegli elementi che rappresentano per Google fonte di revenue, sostituendoli ad esmepio con un proprio Store, sul quale tiene sotto stretto controllo le applicazioni che vi compaiono.
La decisione di Amazon in questo momento non rappresenta alcuna vera minaccia per Google, e la stessa Google in questo momento continua a sostenere convinta di trovarsi ancora nella fase in cui è più importante espandere l’ecosistema di Android che pensare a come trarne profitto.
App Store indipendenti
Ma cosa accadrebbe se altri seguissero la stessa strada e soprattutto se lo facessero portando gli utenti a cercare le informazioni di cui necessitano senza passare dal Web ma direttamente dalle App, possibilmente scaricate da App Store indipendenti?
Finora, nelle clausole contrattuali, Google non ha posto alcuna imposizione sull’utilizzo delle sue applicazioni mobile sui dispositivi.
E se cambiasse idea?