Gli indirizzi IP sono finiti. E solo con il nuovo protocollo potremmo continuare a usare il Web. Ecco perché IPv6 è fondamentale per Internet e il suo utilizzo al posto di IPv4 è un passaggio obbligato. Ecco i vantaggi di IPv6 e come verificarne la presenza in Windows.
Indirizzi IP finiti
Il 3 febbraio 2011 l’IANA
(Internet Assigned Numbers Authority) ha terminato la disponibilità
di indirizzi IP (Internet Protocol) nella versione 4 (IPv4).
In questa situazione non è possibile collegare nuove apparecchiature
in Internet, a meno che non se ne dismettano di vecchie o si passi a un utilizzo
diffuso della nuova versione del protocollo: IPv6.
Il problema, serio di per sé, non ha sorpreso gli addetti ai lavori.
Già da prima del 2000 si parlava del fatto che gli indirizzi IP stessero
per finire. Il rinvio è stato ottenuto con alcune iniziative di natura
tecnica per evitare di bloccare la crescita dei nodi in Internet.
Una è l’assegnazione di indirizzi IP dinamici, che vengono rilasciati
con la disconnessione. Un’altra è l’impiego di indirizzi
validi solo all’interno di una rete (come 192.168.1.nnn), impegnandone
solo uno pubblico grazie al servizio NAT (Network Address Translation).
A che serve l’indirizzo IP
Internet è la rete geografica di computer e altri dispositivi che si
scambiano dati utilizzando protocolli TCP/IP come:
• HTTP per la navigazione nel Web
• FTP per il trasferimento di file
• POP3/SMTP per la posta elettronica
In TCP/IP, ogni apparecchiatura ha un diverso indirizzo IP per identificare
origine e destinazione dei dati.
Volendo trovare un’analogia, l’indirizzo IP assegnato alla scheda
di rete di un computer è come il numero di un telefono. Così come
due telefoni nel mondo non possono avere lo stesso numero, due dispositivi collegati
in Internet (computer, cellulari, router) non possono avere lo stesso indirizzo
IP, altrimenti si genererebbero errori.
IPv4 e IPv6
In IPv4 l’indirizzo è composto da quattro numeri separati
da un punto:
• nn1.nn2.nn3.nn4
Il valore di ogni numero nnx va da 0 a 255, per cui le combinazioni
sono di poco superiori a quattro miliardi. Con l’aumento degli utenti
e dei dispositivi, però, questa quantità si è rivelata
insufficiente, anche a causa di una anomala assegnazione iniziale degli indirizzi
ai fornitori di connettività.
La soluzione è stato il rilascio di IP versione 6, in cui l’indirizzo
di un dispositivo è del tipo:
• nnnn:nnnn:nnnn:nnnn:nnnn:nnnn:nnnn:nnnn
Ogni “n” è una cifra esadecimale con valore da
0 a F, il che genera miliardi e miliardi di combinazioni. Con
questo protocollo è stato calcolato che per ogni metro quadrato della
Terra è disponibile un numero di indirizzi talmente grande da mettere
al riparo dall’incappare in un’ulteriore situazione di esaurimento
dei numeri.
Altri vantaggi dell’IPv6
Oltre all’enorme numero di indirizzi IP disponibili, la nuova versione
del protocollo fornisce diverse altre migliorie, tra cui:
• migliore efficienza nel trasferimento dei pacchetti da parte dei
router
• migliore gestione del multicast (invio dei dati da un computer
a molti)
• gestione nativa della qualità del servizio (QoS: quality
of Service)
Quest’ultimo punto tocca in modo specifico la comunicazione audio e video
in Internet, al cui miglioramento contribuisce anche la migliore gestione del
multicast.
Il problema nasce dal fatto che in IPv4 vige una sostanziale “democrazia”:
i pacchetti di un messaggio di posta elettronica, di un file trasferito in
peer to peer e della voce gestita con Skype vengono trasferiti
in Rete senza alcuna precedenza dell’uno rispetto all’altro.
Se un messaggio di posta arriva con qualche minuto di ritardo, però,
il destinatario non subisce conseguenze particolarmente negative. Quando ad
arrivare in ritardo a causa del traffico in Rete sono la voce di un utente o
le immagini di una ripresa televisiva in diretta, invece, la situazione è
più seria.
Ci sono, poi, attività in cui si potrebbe gestire il telecontrollo di
apparecchiature o di strumentazione attraverso Internet, anche se molto distanti
geograficamente.
In mancanza di garanzie sulla velocità di trasferimento dei pacchetti,
però, non si possono stipulare contratti (in gergo tecnico: SLA, Service
Level Agreement) con specifici livelli di servizio e relative sanzioni
se non vengono raggiunti.
In IPv6, invece, un meccanismo può privilegiare il transito
di alcuni pacchetti rispetto ad altri, come se viaggiassero in una sorta di
corsia preferenziale.
Si tratta di una speciale “etichettatura” dei pacchetti di dati,
che rende possibile garantire una certa qualità del servizio. I servizi
multimediali e il controllo a distanza, quindi, possono avere caratteristiche
di maggiore affidabilità, il che li rende anche commercialmente appetibili
in ambito professionale.
IPv6 e Windows
Per quanto riguarda Microsoft, la versione 6 del protocollo IP è
stata rilasciata fin da Windows XP, anche se si deve verificare che
sia attiva. Per controllarlo si può eseguire:
• Start, Pannello di controllo, Connessioni di rete
Successivamente si fa clic con il tasto destro sull’icona di una connessione
e poi su Proprietà. Scorrendo le voci del riquadro centrale,
se quella relativa a IPv6 non è attiva, la si aggiunge con un
clic su Installa.
Windows Seven e Vista, invece, rendono già disponibili
IPv6 e IPv4, in modo da garantire la continuità dei servizi
in Rete.
Dopo essersi accertati che IPv6 sia attivo per la propria scheda di
rete, non si può fare altro che attendere che venga introdotto prima
possibile in tutti i computer che forniscono servizi in Internet.