IPv6, i motivi di una migrazione inevitabile

Al di là del rapido esaurirsi delle “riserve” di indirizzi, le limitazioni intrinseche di IPv4 consigliano una rapida transizione. I fattori da considerare e le priorità secondo Enterasys.

Gli indirizzi IPv4 si stanno esaurendo: nel febbraio 2011 sono terminati quelli liberi e si stima che le riserve dei registri regionali possano durare solo fino a settembre.

Secondo gli esperti, la rivendita dei blocchi di indirizzi IP tra aziende potrebbe consentire di proseguire solo per qualche mese ancora.

Nonostante gli sforzi del settore per minimizzare l’impatto della migrazione verso l’IPv6, per i network manager l’entità del cambiamento è significativa.

Per questo, è fondamentale prepararsi per affrontarlo al meglio, pianificando azioni mirate prima che l’esaurimento di indirizzi IPv4 si trasformi in un vicolo cieco e obblighi a un cambiamento immediato e traumatico.

Al di là del fatto che le riserve di indirizzi IP si stanno esaurendo, esistono altri motivi che dovrebbero spingere i network manager verso una rapida transizione. Motivi che sono legati alle caratteristiche intrinseche di IPv4.

Le limitazione di IPv4
Secondo Enterasys, le principali limitazioni dell’IPv4 sono le seguenti:

  • Non supporta più nuovi indirizzi IP. Una patch prevede che ogni nuovo dispositivo possa riutilizzare un indirizzo IP esistente, ma non c’è un elenco degli indirizzi IPv4 non utilizzati, perciò questa operazione risulta molto complessa, se non addirittura impossibile. Un’alternativa potrebbe essere quella di utilizzare indirizzi privati con traduzioni complesse che potrebbero però influire sul rendimento della rete e delle applicazioni
  • L’IPv4 non è dotato di un dispositivo di sicurezza che permetta di cifrare il traffico. L’IPSec è, in realtà, un’estensione dell’IPv4 portata dall’IPv6
  • I metodi di QoS dell’IPv4 penalizzano l’utilizzo efficace della multimedialità nelle reti IP

I fattori considerare quando si realizza una migrazione
Assodate le limitazioni di IPv4, quali sono i fattori chiave per una corretta migrazione all’IPv6? Ecco le aree critiche secondo Enterasys:

  • La migrazione verso l’IPv6 potrebbe avere ripercussioni sull’operatività e sulla disponibilità delle applicazioni critiche delle aziende. Per esempio, alcune applicazioni personalizzate potrebbero non funzionare più con l’IPv6. Per questo, è fondamentale pianificare ed effettuare la migrazione per tempo.
  • È necessario analizzare tutti i sistemi IT e valutare quali possono funzionare con l’IPv6 e quali no. I sistemi legacy sono particolarmente sensibili ed è necessario dedicare loro grande attenzione durante la migrazione.

Fortunatamente, la maggior parte degli switch, dei router o dei sistemi operativi supportano già l’IPv6.Grazie infatti alla funzione dual stack i dispositivi di rete possono funzionare simultaneamente in IPv4 e IPv6, scegliendo la modalità che meglio si adatta a ogni comunicazione.

Non dovrebbe quindi essere un problema trovare, presso il proprio fornitore di fiducia, gli strumenti adeguati per questo tipo di transizione. Il processo di migrazione non è complicato, ma servono tempo, pianificazione e controllo per eseguirlo senza problemi.

Le priorità nella migrazione a IPv6
Dal punto di vista delle priorità, i servizi come DNS e DHCP dovranno essere attivati in IPv6 quanto prima.

I server o gli host che non possono migrare, devono essere invece mantenuti in IPv4. In questa prima fase, tutte le applicazioni interagiscono tra di loro poiché dispongono dell’IPv4 come meccanismo di ultima istanza, anche se l’IPv6 sarebbe preferito.

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