La diffusione di un modello cloud di nuova generazione sta gettando le basi per una nuova trasformazione dell’IT aziendale.
Sulla base della propria esperienza, della visione del mercato e dei dati in suo possesso, Oracle ha elaborato 10 previsioni su come evolverà il mondo dell’IT aziendale da qui al 2025.
Per la società oggi siamo a un punto critico e chi sarà in grado di cavalcare l’onda del cambiamento si assicurerà la capacità competitiva per avere successo.
La maggior parte dei carichi di lavoro in cloud
Oggi data center privati, ambienti in cloud gestito, public cloud coesistono. Quasi tutte le aziende consumano anche risorse cloud pubbliche e gestiscono in questo modo, sempre di più, anche carichi mission critical. Sono nati nuovi strumenti di integrazione e migrazione che semplificano questo passaggio e garantiscono flessibilità, affidabilità e performance, in un’infrastruttura capace di gestire qualsiasi tipo di carico di lavoro – tradizionale, AI, a performance intensive, HPC. Per questo prevediamo che a livello globale entro il 2025 ben l’80% dei carichi di lavoro enterprise e critici saranno in cloud.
Sostituire il datacenter con il cloud
Sostituire al 100% il datacenter è possibile solamente se le soluzioni cloud offrono almeno lo stesso livello di affidabilità e performance rispetto alle tecnologie on-premise, e sicurezza end-to-end basata su un’automazione evoluta. Se i cloud di prima generazione nascevano per assolvere a esigenze puntuali e prevalentemente legate a carichi di lavoro a basso rischio, i cloud di seconda generazione permettono di gestire carichi complessi e critici. Accelerano l’innovazione integrando le tecnologie emergenti, e in pochi anni offriranno la possibilità di arrivare alla meta del cloud journey, quella di gestire l’intera azienda in cloud.
Un esercito di sviluppatori
La community di sviluppatori è sempre più numerosa, ma gli sviluppatori non bastano mai a fronte della crescente richiesta di applicazioni. Servono, inoltre, competenze nuove per integrare elementi basati su tecnologie emergenti come Intelligenza artificiale e realtà aumentata. Sta nascendo però una nuova generazione di ambienti di sviluppo, che “nasconde” la complessità tecnica adottando approcci di sviluppo visuali, “no-code”, che permettono magari di portare componenti intelligenti nelle app con un semplice movimento di “drag and drop”; con l’Intelligenza artificiale arriveranno anche ambienti di sviluppo immersivi, che supportano interazioni più semplici, magari in linguaggio naturale.
Questo ridurrà il gap per gli sviluppatori non professionali e avvicinerà allo sviluppo anche personale esperto ma non tecnico delle varie linee di business. Per questo riteniamo che nel 2025 la comunità di sviluppatori sarà più ampia che mai e lavorerà in modo sempre più produttivo ed efficace.
Intelligenza artificiale in tutte le applicazioni
L’Intelligenza artificiale sta portando a termine un processo iniziato con l’introduzione della business intelligence, volto a usare i dati in modo intelligente al fine di informare i processi e offrire più velocità, efficienza, flessibilità. Raccogliendo, contestualizzando, comprendendo le enormi quantità di dati oggi disponibili e agendo sulla base di essi, l’Intelligenza artificiale ha già generato applicazioni innovative che si adattano e migliorano continuamente in funzione del contesto. Ci sono aree, come le applicazioni tradizionali di back office, che presto diventeranno sistemi legacy. Algoritmi sofisticati basati sul deep learning, nuovi paradigmi cognitivi di interazione con l’utente tramite voce, visione, gesto o tocco sono già realtà: pertanto riteniamo che entro il 2025 l’Intelligenza artificiale sarà fondamentale in tutte le applicazioni di nuova generazione.
Il raddoppio della produttività
L’Intelligenza artificiale ha un enorme potenziale di incremento della produttività umana, destinato a crescere e a toccare sempre più persone man mano che questa tecnologia aumenterà le sue capacità. Disponendo di più dati, raccolti sempre più in profondità nell’azienda, le intelligenze artificiali diventeranno sempre più “brave” a prendere decisioni: non saranno più utili solo a ridurre l’intervento umano, diventeranno tecnologie capaci di ridurre il bias (lett.te pregiudizio – nel senso di un’abitudine basata su informazioni non confermate) umano. Questo trasformerà la produttività e il contenuto stesso del lavoro, in molte professioni. I vantaggi dell’Intelligenza artificiale convergeranno con quelli prodotti da altre tecnologie emergenti, dando un’enorme spinta: entro il 2025 Intelligenza artificiale, tecnologie emergenti, esperienze aumentate potrebbero far raddoppiare i livelli di produttività rispetto a oggi.
Interazioni con i clienti automatizzate
Interazioni più naturali, più coinvolgimento, raccomandazioni predittive, percorsi d’uso e d’acquisto fluidi: sono solo alcuni modi in cui l’Intelligenza artificiale già oggi sta cambiando l’esperienza di utenti e dipendenti. Di fatto già oggi l’89% delle persone usa un qualche tipo di assistente vocale nel rivolgersi a un servizio clienti e il 69% delle aziende usa dei chatbot per il proprio customer service. L’automazione non è più un “nice to have”: i clienti se l’aspettano. Intelligenze sempre più efficaci nel comprendere contesto e intenti, unita a potenti analytics basate su Intelligenza artificiale, IoT, assistenti digitali che offrono relazioni più “umanizzate”, renderanno comune l’uso dell’automazione nel customer engagement: tanto che prevediamo che entro il 2025% il 70% di tutte le interazioni saranno automatizzate.
Metà dei dati gestita con l’automazione
Mai come oggi le aziende hanno bisogno di alta disponibilità e di proteggere i loro ecosistemi tecnologici. Non è pensabile continuare a rispondere a queste esigenze solo con più persone, più formazione, nuovi processi. Grazie all’automazione già oggi possiamo occuparci di accesso, sicurezza, affidabilità dei dati in modo automatico – a partire da attività quali patching di software, aggiornamenti, sistemi.
L’automazione sarà un fattore chiave per la continuità del business e la riduzione dei costi operativi, per qualsiasi tipo di azienda. Oracle ha già mostrato il percorso verso l’automazione estrema con Oracle Autonomous Database: il primo database che si auto-gestisce, auto-protegge e auto-ripara. Per questo in futuro ci aspettiamo che una gran parte delle imprese esplorerà funzionalità simili per tutti gli aspetti della gestione dei dati.
Tre quarti delle funzioni IT saranno automatizzate
Ogni anno, miliardi di ore-uomo sono spese in attività IT, di routine ma necessarie ed estremamente complesse. Queste attività impiegano gran parte delle risorse di tempo dell’IT, quindi sono un obiettivo perfetto per l’automazione.
I servizi cloud evolvono includendo automazione avanzata: self-patching (risoluzione di vulnerabilità software), tuning in tempo reale sono alcuni esempi di attività oggi automatizzabili, ma lo saranno presto anche molte altre rilevanti per l’affidabilità, la disponibilità, la scalabilità, la garanzia dei livelli di servizio (SLA) delle applicazioni.
Entro il 2025 l’automazione della gestione del ciclo di vita di hardware e software sarà la normalità: in un mondo di servizi gestiti al 100% i livelli di servizio aumenteranno e le minacce alla sicurezza diminuiranno. Cloud provider e clienti avranno più tempo per innovare l’IT in ottica business e completare la digital transformation: un vantaggio di enorme valore, specie per le imprese che sceglieranno di gestire tutto in cloud.
Un’unica piattaforma di gestione dell’identità
Nello studio Oracle e KPMG Cloud Threat Report 2018, oltre un terzo dei rispondenti ha dichiarato che il cloud ha aggiunto complessità nel gestire in tempo reale la sfida principale in termini di controllo di identità e accessi che le aziende hanno: l’utilizzo di più piattaforme di identity provisioning, sia online che offline.
Le imprese stanno iniziando già oggi a usare tecnologie di Identity & Access Management (IAM), che si applicano trasversalmente nell’hybrid cloud e permettono di gestire in modo unificato le identità, estendendole a tutte le applicazioni e ai servizi.
Entro il 2025, le normative sulla privacy che richiedono capacità di auditing immediato su utenti di applicazioni e servizi spingeranno sempre più ad adottare una piattaforma unificata, che aiuterà anche a rendere più rapido il provisioning di nuove app, utenti e device.
Cento volte gli eventi di sicurezza
Sempre secondo lo studio Oracle and KPMG Cloud Threat Report 2018, la sfida numero uno per i responsabili della sicurezza oggi è capire come analizzare su larga scala la telemetria degli eventi di sicurezza e decidere se agire o soprassedere. Secondo un altro report di McAfee, infatti, solo uno su 100 milioni di eventi, in media, si rivela essere una vera minaccia.
C’è poi la questione dell’evoluzione tecnologica degli attacchi. Da qui al 2025 una parte crescente di attacchi userà tecnologie AI per nascondersi nella massa di traffico regolare, usando tecniche che inseriscono, ad esempio, elementi casuali nei comportamenti delle botnet creando attacchi estremamente difficili da individuare.
L’Intelligenza artificiale è il problema, ma con l’automazione è anche la soluzione: il modo più efficace per battere una rete di attacchi altamente automatizzata è dare l’analisi di massa di eventi in pasto a piattaforme di analytics basate su AI capaci di prendere in esame tutto l’IT aziendale. Per questo riteniamo che le aziende dovranno usare a loro volta sistemi AI in cloud per difendersi, e che molte abbracceranno questo modello di sicurezza core-to-edge entro il 2025.