It Way ai propri partner: “Dobbiamo aiutare l’economia in crisi”

Alla terza convention nazionale, il distributore ravennate spinge le aziende della rete commerciale a maggiori investimenti sulle tecnologie Internet.

Non poteva essere più appropriato il titolo della terza convention di It Way rivolta ai partner: Why w@it (perché aspettare)?
Sì, perché nonostante la congiuntura sfavorevole e l’aggravante dei venti di guerra, questo non è il momento di aspettare, ma di dimostrare le proprie capacità di stare sul mercato sempre e comunque.

Andrea Farina, presidente e amministratore di It Way, l’aveva già detto nel meeting di un anno fa, e lo ha ribadito con ancora più forza in quest’occasione “Internet non è una strategia, ma un mezzo che permette alle aziende clienti di conquistare vantaggi competitivi rispetto al proprio core business”.
Il distributore ravennate non solo non rinuncia alla propria vision del mercato, ma la porta alla sua evidenza concreta. Le aziende non possono fare a meno di Internet né permettersi di trascurare la logica di e-business nella loro strategia sul medio-lungo periodo.

I dati sulle potenzialità del mercato, portati da Antonio Romano di Idc, pur essendo stati rivisitati al ribasso, segnano un +10% nei prossimi 4 anni e ancora meglio dovrebbe andare al segmento del software dedicato all’e-business, confermando le prospettive del Gruppo che invita i partner a concentrare la loro azione anche sulla fascia small-medium. È lo stesso Romano a suggerire che la focalizzazione è l’elemento determinante per la crescita delle terze parti. L’incremento sul fatturato può raggiungere il 30 o 40 per cento, ma a due condizioni: aggredire il mercato con un’offerta economicamente sostenibile per le imprese e specializzarsi non tanto nella tecnologia, ma nei modelli di business dei clienti. Un dato mostra in modo evidente le prospettive del settore It (che cresce 4 volte di più dell’economia tradizionale): soltanto il 5% delle aziende ha integrato le proprie applicazioni.

Anche Maurizio Cuzari, di Sirmi, concentra il suo intervento sulla capacità dei partner di “incontrare” il mercato adattandosi a un linguaggio più economico e meno high tech e mettendo in essere una strategia dell’influenza basato sulle esigenze economiche, superando l’ubriacatura Ict degli ultimi anni.
Certo il 2002 si presenta come un anno difficile per l’economia, ma non bisogna dimenticare il ruolo che ha la tecnologia nei processi economici. Per questo Farina ha ragione di dire che spetta proprio ai fornitori di It di “aiutare le imprese ad uscire dalla crisi”.

Un modo per ricordare ai partner che chi sa fare il proprio mestiere non deve spaventarsi delle crisi, ma affrontarle come un’opportunità di crescita.

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