Java-Gpl, i Cio dicono sì

Approvazione all’iniziativa di Sun da parte dei responsabili It italiani.

In seguito all’annuncio di Sun relativo all’apertura di Java secondo il modello Gnu-Gpl 2, abbiamo chiesto ai responsabili It italiani cosa ne pensano, relativamente alle ripercussioni che l’azione potrebbe avere sul loro lavoro.

Ne è emerso un quadro dove dominano i benefici, a prescindere dall’utilizzo reale che si fa del software quotidianamente. Siamo, dunque, e giustamente, ancora su un piano di valutazione del potenziale.

Ecco le testimonianze più significative.

Sandro Imboschi, Responsabile Edp della Spa torinese Tubosider ritiene che l’apertura del software generi benefici a raggera, a prescindere dall’utilizzo che se ne fa.
«In merito al passaggio alla licenza Gpl di Java, ritengo che per l’utente finale, puro utilizzatore, non cambi nulla, a meno che questi non intenda cimentarsi nella programmazione. Pur non essendo un gran fruitore di Java in quanto sovente crea problemi in navigazione Internet ai miei utenti, considero comunque positivo l’evento in quanto apre un’altra porta alla libera programmazione. Come per tutti i software liberi si innescano problematiche come può essere il rischio di perdere in standard, ma in linea di massima sono convinto che i benefici saranno superiori ai rischi e quindi alle problematiche».

Paolo Torelli, Responsabile Sistemi informativi di Fiditalia, inquadra l’azione positivamente, anche sotto il profilo del supporto.

«La situazione sul supporto non è preoccupante dato che i prodotti che vengono aperti e messi sotto licenza Gpl godono di solito di un miglior sviluppo e debugging da parte della comunità. Pensiamo ad Apache, Tomcat o Mozilla. Questo d’altronde non impedisce alle grandi case di fornire supporto alle aziende su un prodotto per loro no cost».

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