L’auricolare Bluetooth Jawbone Era è attualmente il modello di punta nell’offerta Jawbone. È un prodotto per chi ama lo stile minimalista che segue anche Apple: l’unico elemento estetico di spicco è il motivo a griglia tipico di tutti i prodotti Jawbone, per il resto è tutto lineare e apparentemente privo di comandi. I comandi in realtà ci sono, ma fatti per non essere visti: c’è un pulsante per rispondere alle chiamate mimetizzato vicino alla presa MicroUSB per l’alimentazione, poi un piccolo interruttore on/off celato nella parte interna dell’auricolare. In quanto a controlli, però, la peculiarità del Jawbone Era sta nell’integrare un accelerometro che permette di eseguire alcune operazioni semplicemente toccando o scuotendo l’auricolare. Una volte caricato, lo si pone in modalità di pairing con l’iPhone proprio grazie all’accelerometro, scuotendolo quattro volte. Il led interno lampeggerà tra il rosso e il bianco, l’accoppiamento con l’iPhone è praticamente immediato. Il Jawbone Era ha una memoria interna per “ricordare” il pairing con un massimo di otto dispositivi Bluetooth senza doverli riaccoppiare ogni volta.
Gestisce anche due connessioni wireless contemporanee e l’A2DP, quindi può essere usato per ascoltare musica dall’iPhone o dal Mac. L’accelerometro entra in gioco anche per rispondere alle chiamate, operazione che si compie toccando due volte il corpo dell’auricolare. Chi preferisce il pulsante fisico può usare quello, che tra l’altro è l’unico mezzo per rifiutare le chiamate o per attivare il riconoscimento vocale.
Il lato software
L’altra peculiarità del Jawbone Era sta nel suo software di gestione, che apre a una grande configurabilità. Per questo però bisogna scaricare sul Mac un piccolo driver e poi registrarsi alla piattaforma online MyTalk del produttore. La sinergia tra sito e driver locale permette di aggiornare il firmware dell’Era, inserire nella sua memoria sino a venti contatti che saranno poi riconosciuti dall’auricolare (che ne pronuncerà il nome e non il solo numero chiamante) e modificare la voce sintetica dell’Era scegliendola tra varie opzioni. L’idea di Jawbone è quella di usare questo canale per ampliare progressivamente le funzioni offerte dall’auricolare, specie quelle che possono basarsi sull’accelerometro integrato.
La resa audio dell’Era ci è parsa sempre molto buona, tra l’altro grazie ai sistemi di soppressione del rumore di fondo e di contenimento dei disturbi causati dal vento. Il piccolo speaker integrato è sufficientemente “corposo” e l’audio delle chiamate è stato sempre riconoscibile. Non guasta poi che Jawbone doti l’Era di una ricca collezione di copri-auricolari per adattarsi all’orecchio di chiunque: in totale sono ben otto, di cui quattro combinabili con un supporto che passa dietro l’orecchio.
Ultimo dettaglio utile: quando si accoppia un Jawbone Era con l’iPhone, vicino alla piccola icona che indica lo stato di carica dello smartphone ne appare una per indicare la carica residua dell’auricolare.