Dopo aver visitato Apple, Cisco, Google, Hp, eBay, il commissario per l’Agenda digitale europea invoca un cambio di marcia per l’innovazione. Meno politica, più imprenditorialità, per competere, se necessario, con l’India.
Neelie Kroes è appena tornata da una visita nella Silicon Valley e ci offre un resoconto del viaggio e alcune riflessioni. Lo fa utilizzando il proprio blog istituzionale, della Commissione europea, con un articolo titolato “dove i nerd incontrano gli hippy”.
Kroes racconta di aver visitato Hp, Cisco, Google, Ebay, ovviamente anche Apple, e di aver parlato con i rappresentanti locali di aziende europee: Nokia, Ericcson, Deutsche Telekom.
Ne ha tratto la considerazione che quanto si dice della Silicon Valley è vero: laggiù conta lo spirito, l’idea, l’impeto imprenditoriale. Vietato il pessimismo. E se le cose vanno male si guarda cosa fare domani, non cosa si è fatto ieri.
È stato l’incontro con un patrimonio genetico talmente unico al mondo (nemmeno in altre parti d’America, come al bostoniano Mit, esiste una situazione simile) che ha ribadito a Kroes che le differenze con la Valley sono per noi europei, così attenti all’aspetto istituzionale e tecnico della ricerca, incolmabili.
Ciò sentenziato, però, nulla vieta cercare di cogliere un po’ di iniziativa. Replicare no, ispirarsi sì, è la ricetta di Kroes. Partendo dai propri asset, che il commissario individua per l’Europa nell’eccellenza a livello di formazione e scienza (testuale).
Questo humus ha il difetto di non trovare il complemento a uno in fatto di concretezza: il finanziamento, il venture capital, l’accoglienza nel mondo imprenditoriale.
Così Kroes ha modo di sottolineare che nel progetto di budget Ue per il prossimo settennio (2014-2020) c’è la creazione di una rete di innovazione, con semplificazione dei meccanismi di finanziamento.
Sempre per Kroes altri valori su cui l’Europa può fare leva sono un sistema di brevetti più semplice rispetto agli Usa e l’aver individuato nel broadband il fattore chiave dello sviluppo.
Contrariamente agli Usa, invece, noi europei non sappiamo sfruttare come merita il sapere altrui. Leggi: le nostre politiche sulla migrazione fanno anche d’ostacolo per arruolare intelligenze che sarebbero a portata di mano, con il risultato che gli investimenti di grandi gruppi Ict vanno altrove, come in India.
Più in generale la politica europea manifesta la propria inadeguatezza nel momento in cui (sempre) prende una decisione: impiega troppo tempo e troppe risorse. Evidenza che emerge nettamente se al cospetto di un mondo, come quello tecnologico, che cambia a ritmo trimestrale.
Per Kroes, quindi, l’Europa dovrà fare delle università luoghi in cui il sapere è in osmosi con il fare impresa, dovrà creare reti trans europee di ricercatori, imprenditori e finanziatori e anche stimolare l’impresa 1.0 a non essere chiusa alle innovazioni e ai modelli proposti dall’It.