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Kyndryl, nel 2022 l’IT modernizzata farà la differenza

L’intervista a Raffaele Pullo di Kyndryl Italia.

A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.

Per Kyndryl Italia ci ha risposto il Chief Technology Officer, Raffaele Pullo. 

Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?

Credo che nessuno abbia dubbi sull’importanza rivestita dal PNRR, se non altro per la posta in gioco. Si tratta, infatti, della trasformazione e lo sviluppo del sistema Paese in un’ottica di lungo periodo. Difficile, tuttavia, fare un bilancio a distanza di un solo anno. L’impulso dato dal Governo è stato certamente di peso, c’è il lavoro di una cabina di regia e lo stesso mercato, in generale, mi sembra in fermento. Gli elementi che possono decretarne il successo sono ovviamente molteplici ma tra questi, a primeggiare, sono le competenze tecnologiche. Ed è proprio qui che Kyndryl intende contribuire con il proprio peso.

Ciò che noi mettiamo a disposizione della Pubblica Amministrazione e delle innumerevoli imprese di ogni settore d’industria, frutto di decenni di solida partnership, sono i servizi utili alla modernizzazione dell’IT.
Modernizzazione che, in primo luogo, passa attraverso l’adozione di modelli di cloud, privato o pubblico. In grado di accelerare i processi di digitalizzazione. Ma non solo.
Il nostro obiettivo è anche quello di abilitare le imprese alla messa in campo di una data strategy. Elemento da cui un business moderno e competitivo non può prescindere. Anche qui è una questione di competenze, di capacità nell’utilizzo di quelle tecnologie che da un lato consentono la data engineering – vale a dire la raccolta, la trasformazione e la memorizzazione dei dati – e dall’altro la data science, resa possibile dall’applicazione di analytics e machine learning, per poter beneficiare di un processo di data management end-to-end.

A completare il nostro contributo al PNRR intervengono anche altri aspetti. Per esempio, le soluzioni di edge computing possono rappresentare un forte contributo verso problematiche di controllo e gestione delle grandi infrastrutture nazionali. Unito alla data science, l’edge potrà essere una soluzione primaria per il miglioramento della sicurezza ai cittadini e per il miglioramento dei processi produttivi delle aziende. La lista può continuare citando le soluzioni che sostengono i nuovi modelli di lavoro, abilitando i dipendenti a lavorare in modalità distribuita con un accesso a tutti gli strumenti loro necessari. E tutto ciò può essere potenziato con l’utilizzo di sistemi di supporto agli utenti basati sul machine learning e sull’automazione.

Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?

Per Kyndryl la cybersecurity non può essere affrontata in maniera disgiunta dalla cyber resiliency. A legarli è la necessità di interpretare il tema, o il problema, in maniera olistica ben sapendo che si tratta di un processo che non ha soluzione di continuità e che non viaggia a compartimenti stagni. Con il 2022 l’attenzione su queste soluzioni registrerà una forte accelerazione e non è un caso che Kyndryl abbia una practice dedicata – Security and Resiliency il suo nome – che ha la forza di un’organizzazione di vendita, progettazione e delivery dei servizi completa in ogni suo aspetto e che guarda anche allo sviluppo di partnership con specifici player di settore.

L’attenzione di Kyndryl si focalizza su tre domini principali. Il primo è quello della sicurezza vera e propria con la protezione dei dati, e più in generale degli ambienti IT dei nostri clienti. Mettendo a disposizione le soluzioni di prevenzione, controllo e risposta agli attacchi, il controllo delle identità e degli accessi. Nonché la sicurezza perimetrale in ambienti ibridi e multicloud. Il secondo guarda alla capacità reattiva nei confronti dei cyberattack; sviluppa i processi, le procedure, l’organizzazione e i ruoli che entrano in gioco in questi casi. L’ultima, infine, riguarda le soluzioni in grado di ripristinare in modo automatico i servizi IT colpiti da un attacco cibernetico ripartendo dai dati opportunamente protetti e non corrotti.

Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?

È importante, secondo Kyndryl, che le aziende definiscano una chiara strategia di modernizzazione dell’IT e di data lifecycle management. Le opportunità sono infinite spaziando dalla flessibilità degli ambienti cloud allo sfruttamento dei dati come valore differenziante per il core business. Gli ostacoli certamente non mancano. Si pensi agli skill richiesti per trarre il massimo beneficio dal cloud. Sono specifici e chiamano in causa la conoscenza dei servizi relativi alla nuvola, l’integrazione, le tecnologie di data engineering, la gestione. Non vanno poi dimenticati i processi di governance e di sourcing per non rallentare o limitare le opportunità di innovazione del business.

Ecco perché tra le scelte importanti c’è anche quella del partner con cui intraprendere il viaggio di digitalizzazione massiva. Il suo è un ruolo di accompagnamento in una trasformazione “enterprise grade” che sia sostenibile. Inoltre, che eviti rischi al business e che mantenga apertura verso le future tecnologie. Le aziende dovranno evitare lock-in e mantenere i punti di controllo sull’evoluzione della propria IT che ritengono strategici per il proprio core business

Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?

A mio avviso l’emergenza sanitaria che ci ha colpito in maniera così pesante rappresenta un’occasione per ripensare il modo in cui lavoriamo, produciamo beni e servizi, scambiamo informazioni gli uni con gli altri. Abbiamo bisogno di una strategia di ampio respiro, e di lungo termine, che probabilmente vedrà la sostituzione di molti processi analogici con quelli digitali.

Non dimentichiamo che sostenibilità significa ridurre le emissioni di CO2. E questo è possibile realizzarlo anche attraverso una serie di azioni in cui le tecnologie digitali svolgono un ruolo chiave. Come comunicare senza doversi necessariamente spostare, lavorare da qualsiasi luogo, aumentare i servizi on line e così via. Non solo.

La tecnologia ha le potenzialità per espandere i benefici che diventeranno imprescindibili. Si pensi solo all’utilizzo degli analytics e del machine learning per pianificare la produzione e la distribuzione di beni e prodotti con conseguente ottimizzazione dei consumi e riduzione dell’impatto ambientale. Insomma, la digitalizzazione identifica un ingrediente importante, se non il principale, con cui contribuire ad arrestare processi potenzialmente irreversibili. Permettendo di continuare a creare servizi e mercati ovviamente in chiave digitale. Senza con ciò volersi sostituire ad altri strumenti né contrapporsi allo sviluppo di una necessaria cultura che ci renda tutti sempre più consapevoli del problema e responsabili della necessità di salvaguardare l’ambiente.

L’idea ICT del 2022

Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?

In sintesi, indicherei la necessità di focalizzarsi sul proprio business e di utilizzare l’IT non come fine ma come mezzo di differenziazione. La scelta delle piattaforme da adottare va fatta con un approccio buy vs make. Privilegiando la composizione e l’integrazione di servizi tecnologici e l’on-boarding di competenze e di collaborazioni dall’ecosistema. In questo senso il cloud e la data science sono sicuramente le priorità a cui ogni tipo di azienda deve prestare attenzione. Il primo come fonte di beneficio immediato, la seconda di medio termine.

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