L’intesa fra i due application service provider unirà la capacità di progettazione applicativa della controllata della Banca di Roma con i servizi di outsourcing proposti dall’azienda partecipata da Italtel e IuGo Ventures. Ne abbiamo parlato con Fabio Primerano, Ceo di Aonet.
Sembra proprio che, nonostante tutta una serie di segnali negativi, le aspettative rispetto al decollo dei servizi erogati con la modalità Asp siano tutt’altro che sopite. Piuttosto si discute su modelli, strategie, approcci di mercato, modelli di diffusione.
A riconferma di ciò, ecco arrivare la partnership strategica tra AoNet, Asp partecipato da Italtel e IuGo Ventures, e Kyneste, Application Service Provider fondato dalla Banca di Roma.
Le due società hanno messo a fattor comune le rispettive infrastrutture tecnologiche e le proprie competenze distintive per presentarsi con un’offerta integrata. In base ai termini dell’accordo, l’apporto di Kyneste consiste nella progettazione e nella fornitura di soluzioni applicative erogabili in modalità Asp e nello sviluppo di servizi di Internet Security, forniti attraverso la propria controllata Communication Valley. AoNet integrerà l’offerta con i servizi di outsourcing e piattaforma Asp enabling. Le due società promuoveranno congiuntamente application hosting e soluzioni per la Business Continuity. Il nuovo polo di servizi Ict dispone di tre data center a Roma e a Milano, di centri di controllo per la gestione e il monitoraggio dei sistemi locali e remoti, di connessioni ad alta capacità che garantiscono la totale ridondanza dell’infrastruttura e di un Security Operation Center specializzato a Parma, facente capo a Communication Valley.
Per capire meglio logiche e ruoli di questo accordo, oltre agli elementi evolutivi che stanno caratterizzando i servizi Asp in questo momento, LineaEdp ha rivolto alcune domande Fabio Primerano, Ceo di Aonet.
Quali sono le caratteristiche principale di questo accordo tra Aonet e Kyneste?
Possiamo parlare di una partnership strategica industriale molto forte senza, al momento, nessun legame azionario. La partnership nasce come presa d’atto, dopo il boom dei vari operatori, che il mercato è molto più complesso di quello che si pensava. Necessitano skill molto specifiche e verticali per poter fornire servizi Asp con un livello qualitativo sufficiente. Impossibile, de facto, fare tutto in casa. La nostra tattica è quella che ognuno dei due partner faccia quello che sa fare da sempre. Aonet ha una capacità e know how per far funzionare le infrastrutture necessarie per erogare verso il cliente finale un’applicazione scritta da chiunque. Kyneste ha sempre avuto come mission lo sviluppo di applicazioni. In realtà fino ad oggi le applicazioni non erano pronte per un modello decentrato e distribuito come quello che sta alla base dei servizi Asp. Vecchie applicazioni venivano rielaborate nel tentativo renderle fruibili attraverso un datacenter. Quello su cui vuole puntare Kyneste oggi, attraverso il centro di Avellino specializzato in sviluppo su piattaforma Oracle, è quello di realizzare applicazioni nuove, sulla base delle esperienze maturate, native per questi nuovi modelli architetturali.
A questo punto è chiaro dove nasce la sinergia: noi garantiamo l’erogazione dell’applicazione come servizio (hw, sf, disaster recovering, controllo e gestione della rete, sicurezza), ovvero siamo asp enabling, mentre Kyneste si occupa di applicazioni verticali di e-business, che devono essere personalizzate in funzione dei diversi clienti, pur nascendo già per trovare un adeguato inserimento in un modello fortemente distribuito.
Come pensate di muovervi sul cliente?
Possiamo a presentarci dal cliente in un’ottica sinergica, dove per ogni singolo elemento siamo in grado di fornire tutto il supporto e la competenza tecnica necessaria. Per quanto riguarda la fase marketing affronteremo il mercato in un’ottica comune. Stiamo studiando, a questo proposito, un brand congiunto. Collaborazione attiva anche sul lato commerciale, dove ogni attore sarà in grado di vendere i servizi anche dell’altra società, con momenti di sinergia e compresenza sul mercato. In progetto anche un gruppo di acquisto congiunto con un marketplace per avere un miglioramento nei confronti del problema del reperimento di prodotti e servizi.
Vuole citarci un’applicazione che ritenete strategica e che potrà spingere l’adozione del modello Asp da diverse tipologie di azienda?
La prima applicazione è quella che permette di fare backup dei propri dati. In realtà questo ci porta già nell’ottica del servizio. Occorre però confortare il cliente rispetto alla sicurezza dei dati, che noi siamo in grado di dare, ma che dobbiamo saper far recepire in modo corretto sia in termini di problema che di soluzione.
Cosa è per voi l’Asp?
L’Asp è un modello di erogare un servizio, non è la panacea ne per le piccole né per le grandi aziende. Il modello Asp non è segmentabile in orizzontale o verticale, ma ci troviamo a un modello a macchia di leopardo dove la matrice che lo rappresenta ha in ordinata le aziende e in ascissa i servizi. In alcuni casi ci sono le x, ovvero le cose funzionano, in altre la casella rimane vuota e in quel caso la modalità Asp non serve, se non rischia di diventare addirittura dannosa.
Dove l’Asp sta avendo successo?
In quello che chiamiamo Asp privato ovvero dove il modello viene applicato a un gruppo di aziende e che devono accedere agli stessi dati e scambiarsi informazioni. In questo caso si rivela strategico un unico centro servizio per il gruppo, dove le singole aziende che lo compongono, accedono al centro in modalità asp, unificando in tal modo le applicazioni. Per capire il livello di vantaggio di una scelta di questo tipo, basta pensare solo al problema dell’aggiornamento del software e al bilancio consolidato alla fine dell’anno.
Cosa pensate rispetto all’utilizzo del modello Asp per applicativi standard?
Presenteremo al forum della Pubblica Amministrazione, primi in Italia e in Europa, un portale delle applicazioni, dove ognuno potrà accedere per utilizzare applicazioni che vanno da quelle tradizionali di office ad applicazioni Erp. Il tutto sarà assolutamente integrabile con il sistema informativo esistente.
Ma cosa funziona nel pubblico?
Da quello che vediamo: la contabilità ordinaria, l’amministrazione, la gestione delle risorse umane. Importante è approcciare il mercato illustrando con chiarezza il modello. È necessario fare molta education. Dobbiamo far capire al cliente i vantaggi della scelta di una serie di servizi. Serve una grossa duttilità intellettuale. Vendere servizi in modo sbagliato ha un effetto a valanga e fa perdere mercato. Ma esiste un vantaggio in questo momento: c’è molta più attenzione ai costi che non un anno fa.