La conoscenza perde appeal come criterio di assunzione

Nel 2009, secondo Unioncamere, è calato del 4% l’utilizzo del “passaparola”, che si conferma comunque il canale privilegiato dalle nostre imprese per trovare personale

I canali “interni” (sostanzialmente, conoscenza diretta e segnalazioni) continuano a rappresentare il mezzo di gran lunga più utilizzato dalle imprese italiane per la ricerca di personale (quasi il 50% vi fa affidamento). Una peculiarità tutta nostrana che non è ancora stata rimossa dal progressivo internazionalizzarsi delle nostre aziende. Eppure, qualcosa di sta muovendo.
A dimostrarlo è il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, che per lo scorso anno evidenzia un aumento del ricorso a soggetti intermediatori nell’incontro domanda-offerta di lavoro. Così, se i canali di tipo informale (il passaparola, appunto), graditi presso le Pmi e molto più diffusi nel Mezzogiorno che nel resto del Paese, sono stati utilizzati dal 49,7% delle aziende, il 4% in meno rispetto al 2008 (anno del loro boom), per contro hanno acquistato appeal intermediari professionali come le agenzie di somministrazione di lavoro interinale, le società di ricerca e selezione, le associazioni di categoria e Internet. Nel 2009 ha fatto ricorso a questo mezzo, il terzo in assoluto nelle preferenze, il 10% delle imprese, quasi due punti in più rispetto al 2008. L’utilizzo di questi operatori in genere aumenta con le dimensioni aziendali (poco più dell’8% tra le piccole imprese contro il 29% di quelle con oltre 250 dipendenti), è molto più diffuso al Nord che al Sud (13% contro 5,4%) ed è più presente nell’industria che nei servizi (10,9 e 9,8% rispettivamente).
Unioncamere sottolinea come questo trend sia in buona parte dovuto al fatto che le imprese che assumono sono soprattutto quelle più strutturate a caccia di profili professionali qualificati. Oltre al passaparola ha perso terreno, e più significativamente (-3,2%), anche il secondo mezzo tradizionalmente utilizzato dalle imprese – soprattutto da quelle più grandi e nel campo dei servizi – per assumere: le banche dati interne alle stesse aziende, modalità che ha riguardato il 21,5% delle imprese nel 2009 contro il dal 24,7% del 2008.
Le inserzioni su quotidiani e stampa specializzata, utilizzate preferibilmente da aziende piccole ma non “micro”, registrano un incremento minimo rispetto al 2008  fermandosi a valori percentuali abbastanza bassi (attorno al 6%) e molto lontani dai livelli del 2006, quando sfioravano il 10%”. Percentuali non distanti (6,3%) anche per gli operatori istituzionali (Centri per l’impiego), ma in questo caso l’incremento di consultazioni da parte delle imprese alla ricerca di personale è un po’ più marcato (+1,9%).

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