Problemi di costi e di organico portano la Corte dei Conti a ritirare lo statuto dell’Agenzia per l’Itaia Digitale, bloccando di fatto la trasformazione in decreti attuativi delle misure decise dal decreto crescita di ottobre.
Un nuovo freno alle misure per l’innovazione varate dal precedente Governo può arrivare al blocco imposto dal nuovo esecutivo all’Agenzia per l’Italia Digitale con il ritiro del suo statuto.
Una misura decisa per motivi di costi ma che rischia di porre un freno a quelle misure già decise in materia di servizi digitali, si open data, di smart city o ancora di fascicolo sanitario elettronico e anagrafe unica.
La Corte dei Conti ha dunque messo uno stop a quanto stabilito lo scorso mese di ottobre con il Decreto Crescita, sostenendo che lo statuto dell’Agenzia prevede una spesa complessiva troppo elevata, soprattutto su una voce specifica: l’organico. Le 150 persone previste sono 28 in più rispetto all’organico di diritto.
Una anomalia a suo tempo già sottolineata anche da parte sindacale, ma evidentemente non presa in adeguata considerazione.
Conseguenza ne è che pur disponendo di budget assegnato, senza statuto l’Agenzia non è oggi in grado trasformare quanto annunciato in materia di Agenda Digitale in decreti attuativi.
Con buona pace degli entusiasmi dei mesi scorsi e di tutte le misure che oggi rischiano di restare lettera morta.