Per i produttori di chip Dram, il 2001 è l’annata peggiore degli ultimi 16 anni. Crollano vendite e prezzi e, parallelamente, aumentano le scorte di magazzino con la logica conseguenza che quasi tutti i produttori operano in perdita.
I produttori di memorie Dram (Dynamic Random Access Memory) affrontano quello che tutti gli analisti definiscono l’anno più nero per il mercato. Il 2001, infatti, sarebbe, a detta degli esperti, l’annata peggiore degli ultimi 16 anni. Secondo Gartner Dataquest, il giro d’affari mondiale delle Dram è crollato del 55,5% rispetto ai valori dell’anno 2000, passando da 31,5 a 14 miliardi di dollari. E la situazione, anticipano i vertici della società, è destinata a perdurare anche nel corso del 2002. Andrew Norwood, analista di Dataquest, ha commentato la notizia sostenendo che, per risalire ad una simile crisi, occorre risalire al 1985, quando il mercato subì una contrazione pari al 55,1% sul giro d’affari dell’anno precedente. La crisi sarebbe stata generata, oggi come allora, da una forte contrazione della domanda, accompagnata da un parallelo incremento del capitale “fermo” nelle scorte di prodotto. Nel 1985 si era data la colpa alla fine del boom dei computer, oggi la crisi sembra legata alla contrazione delle vendite di pc e all’aumento delle scorte. “La sola mossa che potrebbe consentire un salvataggio in extremis dell’industria – ha suggerito Norwood – sarebbe un accordo di tutti i grossi nomi del mercato, come Samsung, Micro Technologies e Infineon, per la sospensione della produzione”. La situazione, decisamente pesante per i produttori, fa però gongolare i clienti: i prezzi delle Dram, infatti, sono scesi dell’80% nel corso dell’ultimo anno.