La crisi non intacca la fiducia delle reti commerciali

Nel nostro Paese i responsabili delle strutture di vendita sono intenzionati ad aumentare i propri organici, segnala uno studio Cfmt

Nonostante la situazione economica non certo favorevole, i responsabili delle reti commerciali sono intenzionati ad accrescere le dimensioni delle loro reti di vendita e a mantenere inalterati i propri investimenti, probabilmente nell’intento di superare il momento critico acquisendo ulteriori quote di mercato. È questa l’indicazione principale che emerge da uno studio sulle direzioni commerciali realizzato dal Centro formazione management del terziario (Cfmt): la ricerca è stata effettuata tra maggio e giugno del 2008 grazie a una serie di interviste ai dirigenti di 300 imprese italiane di piccole, medie e grandi dimensioni. Rispetto a un simile studio realizzato nel 2005, l’edizione 2008 evidenzia un clima molto più positivo tra i responsabili delle reti commerciali. I “pessimisti”, ovvero quelli che prevedono un aumento delle difficoltà nelle vendite dodici mesi successivi all’intervista, diminuiscono dal 74% al 70,8%, mentre più marcata è la crescita degli “ottimisti” che aumentano dal 7,3% al 12,2%. Il dato è di una certa importanza, se si considera che la rilevazione è stata effettuata in un periodo in cui i segnali della congiuntura negativa erano già marcati, mentre la rilevazione realizzata nell’autunno del 2005 avveniva in concomitanza con l’avvio della fase d’ascesa del ciclo economico.

Le previsioni di vendita nei prossimi 12 mesi
(file. pdf)

 


La crescita della forza vendite
Un ulteriore elemento di fiducia nel prossimo futuro viene dalle previsioni sulle delle reti di vendita: il 66% degli intervistati è confidente di poter ottenere miglioramenti significativi nell’efficacia delle proprie strutture di vendita nei 24 mesi successivi alla rilevazione, nonostante dalla ricerca emerga comunque una maggiore soddisfazione rispetto al 2005 (71,1% contro 68,2%) riguardo al livello di efficacia della struttura commerciale gestita. Oltre al miglioramento dell’efficacia della struttura esistente, il 58% degli intervistati è propenso anche ad accrescerne la dimensione, mentre solo l’8% del campione prevede una riduzione. Il fenomeno è trasversale alla dimensione delle imprese. L’accrescimento delle strutture di vendita è principalmente finalizzato ad un allargamento della base clienti.

Dimensioni della forza vendita tra 12 mesi
(file. pdf)

 

Le differenze rispetto all’estero
A conferma di un quadro positivo, solo il 17% del campione prevede interventi nell’immediato di riduzione dei costi commerciali, mentre il 50% non ha in programma nessun taglio. Un altro 6% preannuncia invece una crescita degli investimenti per migliorare la competitività. Lo studio Cfmt ha anche preso in considerazione il livello di performance delle forze vendita: in Italia il primo 20% dei venditori realizza circa il 48% dei ricavi totali, senza significative variazioni a seconda della dimensioni dell’azienda. Questo dato differenzia sensibilmente l’Italia da quanto emerso in un’analoga ricerca internazionale, dove il peso dei migliori venditori raggiunge il 63%.

L’importanza del marchio
Per quanto riguarda invece i motivi che stanno alla base del successo delle reti di vendita, le risposte del campione mettono in evidenza come il fattore prezzo non rappresenti un fattore determinante: meno di un intervistato su sei (il 16%) lo ritiene un elemento decisivo. È invece la reputazione del marchio a emergere come il fattore più importante (59,7% dei rispondenti), persino nelle aziende con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro (58% degli intervistati). Un forte rilievo assumono anche gli elementi costitutivi dell’offerta intesa in senso ampio (prodotto, servizio e logistica) con una chiara prevalenza del servizio che si pone al secondo posto in assoluto.

Le ragioni che determinano il successo rispetto alla concorrenza
(file. pdf)

 

Il presidio dei margini
La ricerca segnala come qualcosa sia cambiato negli obiettivi di business: più che nel passato, alle direzioni commerciali è oggi richiesto un miglior presidio dei margini, su cui le aziende possono agire orientando il mix di vendita verso i prodotti più ricchi e i segmenti di clientela più redditizi oltre che tramite un’attenta gestione delle politiche di prezzo. Cala invece l’importanza della customer satisfaction: le attenzioni si concentrano soprattutto sulla fedeltà della clientela, anche perché probabilmente le imprese ritengono di aver raggiunto livelli di soddisfazione allineati alle attese del mercato. In mezzo a tanti segnali incoraggianti, esiste però anche un aspetto critico: per il 78% dei dirigenti la capacità delle aziende di comunicare con i propri clienti richiede miglioramenti. Evidentemente anche i moderni punti di contatto organizzati dalle reti commerciali (sito Internet, call center, ecc) non sono ritenuti sufficienti.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome