La governance del business come asset imprescindibile

Secondo T-Systems, l’outsourcing sta assumendo connotati differenti dal passato, aprendosi al midmarket e a comparti verticali, sanità in testa.

Continue trasformazioni, aree di attività tradizionali che segnano il passo, sviluppo di nuovi mercati e barriere d’ingresso sempre più allentate. In un quadro a tinte sfumate, le imprese richiedono flessibilità. Il buon andamento di oggi non è sinonimo di garanzia di successo per il futuro.


La considerazione da cui partire è proprio questa: comprendere le esigenze delle aziende per far sì che si mantengano competitive nel lungo periodo.


"Il vero asset delle imprese italiane è la governance del business – spiega Massimo Fasoli, general manager di T-Systems -. Gli investimenti devono essere focalizzati e bisogna puntare a benefici organizzativi e di carattere economico". Fasoli affronta così i cambiamenti che hanno modificato il profilo del mercato, dove le soluzioni hanno una maggiore impronta verticale, l’outsourcing sta assumendo connotati differenti dal passato e le medie imprese stanno acquisendo peso. Anche per una società come T-Systems, con un profilo misto di outsourcer It e operatore Tlc e storicamente rivolta alle società di taglio enterprise. Le due tipologie di azienda presentano, infatti, le medesime necessità, semplicemente su scala diversa. "È il numero di risorse e di denaro da investire nei progetti It a fare la differenza – continua Fasoli -, non l’impostazione né le esigenze di risultati. Quella delle medie imprese, è un area che presenta grossi margini di crescita in cui ci si deve muovere proponendo soluzioni a costi e con un livello di customizzazione mantenuti a un livello ragionevole".


Midmarket che guarda all’esternalizzazione come a un servizio che permette di liberare risorse per dedicarsi al core business. Forse in questo sta la variabilità rispetto ai grandi colossi, che si interessano principalmente a un outsourcing selettivo mentre le sorelle minori ragionano maggiormente in termini di full outsourcing per l’intera infrastruttura It.


"Si tratta di aziende vivaci, con dinamiche rapide e cicli decisionali brevi, che hanno ricevuto una spinta dai mutati scentari internazionali – illustra il manager -. Spesso presentano una struttura ramificata con filiali e stabilimenti esteri".


Per servire entrambi i mercati, T-Systems gioca anche le carte della system integration e dello sviluppo applicativo (che frequentemente fungono da traino all’outsourcing vero e proprio, che si sta spostando da una modalità one-to-one a una one-to-many). La chiave di volta risiede nel fatto che le soluzioni informatiche hanno lasciato il passo a quelle d’impresa, con processi che bisogna sapere analizzare da vicino, con conoscenze tematiche e "ambientali" ed esperienze specifiche nei vari settori di riferimento. T-Systems ha, quindi, operato una doppia verticalizzazione, calata sia sulle tipologie di mercato sia sugli aspetti particolari delle imprese, puntando su comparti specifici: trasporti e logistica, risorse umane, manufacturing, healthcare e finance. Per tutti questi ambiti, "le competenze tecnologiche si devono innestare nelle logiche di business con soluzioni basate su piattaforme di servizio", sottolinea Fasoli.

Gestire le informazioni per curare i pazienti


In Italia, quello della sanità è uno dei focus più recenti per T-Systems, "dove il confine tra outsourcing e system integration è forse più labile che in altri comparti", indica Fabio Blasi, business consultant Public & Healthcare Division della società. Il settore ospedaliero, in particolare, vive un contesto socio-economico in cui l’invecchiamento della popolazione comporta una maggiore richiesta di servizi, ma al contempo il dictat impone la riduzione dei costi. La strada dell’equilibrio dei conti si costella, quindi, di tecnologia, considerata sinonimo di ottimizzazione.


In realtà, fino a pochi anni fa, l’It veniva utilizzata per risolvere situazioni contingenti al momento specifico. "La presenza di piattaforme integrate dà modo di gettare le fondamenta per rinnovare i sistemi, investendo in un’ottica di lungo periodo", prosegue Blasi. Per quanto riguarda le strutture medio-grandi, l’automazione globale, e non di singoli aspetti, sta diventando un fenomeno diffuso e non più solo di punta (anche se sempre al di sotto della media europea). "La diffusione delle tecnologie di rete, soprattutto il wireless – specifica Blasi -, i migliorati supporti hardware, compresi i sistemi di archiviazione ottica, che permettono di gestire volumi di dati sempre maggiori, l’affermazione di Erp sanitari e degli standard internazionali per procedere alle integrazioni hanno permesso un salto di qualità. Non è ancora disponibile una soluzione completa, ma diventa sempre meno un miraggio". La richiesta più evoluta riguarda i software di Enterprise resource planning. Forniti da grandi vendor (Sap e Oracle in testa) o da attori locali tengono in considerazione tre aree: la componente amministrativa, la gestione del paziente e quella clinica. Il margine di miglioramento per la "cura sulla base delle informazioni" è presente anche per quanto riguarda l’esternalizzazione dei servizi, soprattutto per le grandi strutture, come ad esempio il Policlinico Gemelli di Roma, con cui T-Systems ha in essere un contratto di outsourcing globale.

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