Parla Dario Padrone, Cio dell’Ospedale San Martino di Genova. Una migrazione decisa quattro anni fa e applicata in blocco su tutto il parco installato. E che oggi si racconta in termini di risultati misurabili.
Di certo, superate le valutazioni di tipo tecnico e tecnologico, la remora principale che ostacola l’avvio di importanti progetti di migrazione all’interno delle imprese riguarda i costi.
Gli investimenti diretti, in termini di macchine e licenze software, quelli indiretti, correlati ad esempio al rinnovo delle periferiche, e quelli occulti, legati tra l’altro alla formazione del personale, rischiano di diventare un vero e proprio freno a molti percorsi di innovazione tecnologica.
Eppure, a volte è sufficiente analizzare il tema da una prospettiva più allargata, con un orizzonte temporale che non si limiti alla sola fase di migrazione, per avere un’idea iù chiara non semplicemente degli investimenti necessari, ma anche dei benefici misurabili.
E’ quel che è accaduto ad esempio all’IRCCS Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino – IST di Genova, dove “già quattro anni fa abbiamo avviato un progetto di abbandono di Windows XP a favore di Windows 7, con una prospettiva di upgrade a Windows 8.1 già in fase di analisi”, racconta il Cio, Dario Padrone.,
”Quando ho assunto l’incarico – prosegue Padrone – mi sono trovato a fare i conti con una infrastruttura It estremamente eterogenea, tanto da non riuscire nemmeno a tracciare un profilo chiaro di quante macchine e quante utenze fossero effettivamente attive in azienda”.
Padrone parla di qualcosa come 1.600 computer, di circa 10.000 identità digitali, parla soprattutto di un parco nel quale la manutenzione e la continuità di servizio rappresentavano elementi di criticità e finivano per generare costi aggiuntivi di non lieve entità.
Da lì la decisione del cambio radicale, con un passaggio di piattaforma che ha portato con sé anche il rinnovo di tutto il parco di periferiche e l’integrazione di un numero importante di nuove macchine nella rete aziendale, fino a portare a 2.500 il totale dei computer gestiti.
Il risultato?
100.000 euro di risparmi l’anno, oltre a una riduzione del 90 per cento dei guasti hardware e degli interventi di manutenzione.
Non solo.
La modernizzazione dell’infrastruttura ”ha portato con sé una migliore qualità e continuità del servizio a beneficio dei dipendenti e dei pazienti e una importante ottimizzazione di tutte le tematiche legate alla sicurezza”.
Il tutto anche in tempi piuttosto rapidi, visto che l’intero progetto ha occupato un arco temporale di sei-sette mesi.
In questa videointervista Dario Padrone racconta la sua esperienza.
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