La Pmi italiana spende poco nel software e così non innova

Il check up sulle piccole e medie imprese avviato da Iosi Bocconi e Sap evidenzia un gap fra la presenza, significativa, di hardware e quella, insufficiente, di applicativi. Il leader dell’Erp vara per questo mercato un’iniziativa battezzata “Impresa agile”.

Non è certo una gran novità, ma anche dal progetto di ricerca Iosi Bocconi-Sap sulle piccole e medie imprese italiane emerge l’immagine di un paese che produce ma non innova con l’Information technology. Il dato emerge dalle prime risultanze di un’iniziativa partita nel 2004 e che ha inizialmente coinvolto poco meno di 500 aziende, alle quali ne sono state aggiunte altre 150 nel corso del 2005. A tutte loro è stato offerto un vero e proprio check up dei sistemi informativi presenti, costruito sulla base di un articolatissimo questionario fatto di ben 582 domande e teso a fotografare la strategia di ogni azienda in materia di sistemi informativi, la loro organizzazione e governance, l’infrastruttura tecnologica, il portafoglio applicativo e i processi di gestione. A monte, l’indagine è partita dal quadro organizzativo e strategico dell’azienda e a valle ha proposto un approfondimento sullo scenario economico e competitivo di ogni realtà esaminata. Il dato più rilevante che emerge da quella che al momento è una pura fotografia, ma nel tempo diventerà uno studio sulle dinamiche evolutive, è che la media delle imprese ha un’ampia dotazione di prodotti hardware, ma è abbastanza carente dal punto di vista applicativo. "La maggior parte delle piccole e medie imprese analizzate – osserva Vincenzo Morabito, assistant professor dell’Istituto di Organizzazione e Sistemi Informativi della Bocconi – ha automatizzato la produzione, ma si è trattato soprattutto di interventi di razionalizzazione e assai più raramente di una vera e propria reingegnerizzazione". In sostanza, troppi pc e troppo pochi software entrano nelle aziende, le quali spesso non sanno cogliere le opportunità che possono derivare dall’utilizzo dei molti applicativi in circolazione e altrettanto di sovente fanno fatica a combinare tecnologia con organizzazione aziendale e business.

Pronti al salto qualitativo?


Si ripropongono, dunque, temi ricorrenti, che caratterizzano il tessuto imprenditoriale nazionale. Soprattutto nella piccola e media impresa, l’It non è ancora vista come fattore di competitività. Non si tratta di una pura questione di mancanza di investimenti. Iosi Bocconi ha attribuito un indicatore a ognuno degli elementi che compongono la logica del sistema informativo aziendale e, sull’infrastruttura tecnologica, oltre tre quarti del campione si presenta con un livello di spesa significativo. Non solo: anche a livello di strategia e di governance la situazione non è poi tanto drammatica. Dove occorre migliorare è nei processi di gestione e soprattutto nel portafoglio applicativo.


La situazione, tuttavia, non è così negativa come si potrebbe pensare. L’istituto universitario di ricerca ha creato un indice, denominato Isri (Information System Readiness Index), con l’intento di misurare la prontezza nell’adozione di soluzioni It innovative da parte delle aziende. Compongono questo dato indicatori sulla struttura di controllo, la predisposizione al cambiamento, l’orientamento ai processi, gli investimenti in formazione, la flessibilità, la delega e la saturazione delle risorse. "Su questa base, abbiamo rilevato come le Pmi siano sostanzialmente pronte all’adozione di soluzioni gestionali innovative – ha evidenziato Morabito -. Tra le realtà monitorate, alcune sono ben posizionate sul lato competitivo e hanno riconosciuto come fattore di successo l’abbinamento stretto tra infrastruttura tecnologica e livello applicativo. In sostanza, le sfide di business possono trovare appoggio nell’It solo se queste si integrano con lo sviluppo sul lato organizzativo".


L’impegno sul campo di Sap


In questo contesto, si colloca l’iniziativa di Sap, denominata "Impresa agile" e ovviamente destinata a capitalizzare sull’osservatorio che il vendor ha contribuito a creare con Iosi Bocconi. Dietro il brand, si cela, di fatto, una revisione delle strategie commerciali verso le Pmi. "Abbiamo messo in campo un consistente lavoro di ricerca – ha evidenziato Roberto Pasetti, amministratore delegato di Sap Italia – non solo per monitorare i sistemi informativi delle Pmi, ma anche per studiarne i modelli d’acquisto e mettere in relazione le esigenze di business con la leva tecnologica". Le soluzioni Sap per le piccole e medie imprese, ovvero Business One e mySap All-in-One, sono state così riposizionate sulla base di un modello di classificazione centrato sull’insieme complessivo dell’azienda e non più solo su dati, come le dimensioni o il settore merceologico. A questo si aggiunge un lavoro sul territorio, che passa per la collaborazione con enti locali e associazioni industriali, iniziative su specifiche realtà (come "Accendiamo Fabriano"), ma anche l’avviamento del nuovo programma di canale PartnerEdge.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome