La rava e la fava degli e-book

Passare da filosofie alte a numeri messi quasi a caso non aiuta a mappare un mondo complesso ed interessantissimo come quello dei libri elettronici.

Per l’Associazione Italiana Editori il libro elettronico finalmente esiste ed è negli interessi dei suoi iscritti. Dopo due anni nei quali questi folli contenuti digitali erano nemici da temere “et dona ferentes”, dopo l’apertura della Fiera del libro di Torino anche Roma è entrata in adorazione.
Come anticipato parlando del Digital Café  dell’edizione 2009 di Più Libri, Più Liberi, è quindi arrivato il momento delle metriche. Vediamone alcune rilasciate negli ultimi tempi.

Cinquecentomila €-book
I dati forniti da Cristina Mussinelli di Aie assegnano agli e-book italiani lo 0,04% del fatturato complessivo. Ipotizzando che un libro in elettronico costi mediamente un quinto della versione cartacea, la penetrazione in volume può essere stimata intorno al 2 per mille. I dati sono quello che sono e l’interesse suscitato, visti i volumi, è ridotto, ma la Mussinelli intende impegnarsi per ottenere dati sempre più precisi ed utili alla crescita del settore.
Secondo Nielsen i primi 11 mesi del 2009 hanno portato al settore librario italiano un fatturato di 1,27 miliardi di euro, per cui agli e-book dobbiamo assegnare 508 mila euro di fatturato complessivo. Teniamolo a mente in attesa degli eventi di dicembre e di maggiori dettagli.

Non siamo gli States
Guardando i dati statunitensi, anche quelli girano deformati e vanno interpretati. I primi 15 distributori di e-book hanno visto nel 2009 un incremento di fatturato del 300% negli Usa, per un totale di circa 110 milioni di dollari per i primi 9 mesi e un risultato complessivo estrapolabile a 170 M$ (2008: 54 M$). Sono solo i primi 15 distributori e il prezzo è quello all’ingrosso, per cui lo stesso International Digital Publishing Forum (Openebook fino a poco fa) avverte che il valore al dettaglio potrebbe essere anche doppio e sfondare i 300 M$ nel 2009. Ma su Amazon il libro The Lost Symbol (Dan Brown) avrebbe venduto più copie nella versione bloccata per Kindle che copie di carta, ad indicare una situazione molto diversa da quella italiana.
Sembra di vedere la stessa questione della pubblicità sul web, che cresce con percentuali a due cifre ma partendo da basi ridottissime e a fronte di cospicui spostamenti dall’advertising classico a quello online.

I cento secondi del reader
In Italia la crescita 2009 -anche se ben più contenuta – è sensibilissima e pari a circa il 60% , confermata anche da singoli editori con i quali ho potuto parlare.
L’ufficio stampa dell’Aie c’informa che dei 55 mila visitatori dell’ultima edizione, ben 10 mila hanno visitato l’angolo dei sette chioschi con altrettanti dispositivi in mostra, descritti da altrettanti addetti. La Fiera è rimasta aperta 4 giorni per un totale di circa 40 ore, che per 7 stand fa 280 ore ovvero 16.800 minuti: mediamente le 10 mila persone sono rimaste 1,68 minuti, ovvero 100 secondi, in un mondo meccanicamente ordinato. Non moltissimo, apparentemente: è ragionevole pensare che chi abbia effettivamente acquisito informazioni valide per un acquisto siano stati molti meno di diecimila.

La rava e la fava
Pare che l’accezione principale di questo modo di dire, che accoppia la rapa (pianta di una certa dimensione nella dizione nordica) alla fava (pianta di dimensioni più modeste) indichi, principalmente, quei discorsi senza capo né coda nei quali si parte da concetti altissimi per scendere in dettagli occasionali, pressoché inventati sul posto e dei quali nessuno sente il bisogno. A me sembra che anche nel 2009 la maggior parte degli operatori apparentemente esposti nel settore specifico abbiano descritto il loro operato in maniera ortofrutticola. Ben venga l’iniziativa dell’Aie. Ne riparleremo?

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