La ricetta orientale per competere sul mercato delle reti

Alla base dei positivi risultati conseguiti dalla taiwanese D-Link c’è la capacità di seguire con tempismo l’innovazione, proponendo un mix di prodotti a costi bassi, diversi per tipologia di utenza.

Diciotto anni di crescita incessante hanno portato la taiwanese D-Link ad assumere un ruolo di primo piano nel mercato del networking e a far dimenticare l’immagine di vendor di soluzioni a basso costo. Alla strategia di prezzo, infatti, il management ha saputo affiancare un incessante ampliamento di gamma, che ha sempre riguardato segmenti in forte espansione, dal wireless all’Adsl fino alla sicurezza. Nel 2003, il fatturato mondiale è stato di 728 milioni di dollari, mentre l’obiettivo per il 2004 è di superare i 900 milioni, dei quali circa il 20% relativo all’Europa, un’area che sta attirando importanti investimenti. È recente, infatti, l’apertura di uffici in diversi paesi dell’Est (Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia e Romania), in Croazia e in Grecia.


A Kevin Wen, european president di D-Link, abbiamo chiesto di commentare i positivi risultati della multinazionale.

Quali prodotti hanno maggiormente contribuito alla crescita dell’ultimo periodo e cosa vi aspettate nei prossimi mesi?


"Il 38% del fatturato 2003 deriva dai prodotti wireless, che sono stati lanciati nel 1999 e hanno avuto una crescita rapidissima, come quelli broadband (ovvero Adsl, ndr), introdotti nel 2000, che ora rappresentano il 23% del totale. Questi vengono venduti attraverso i carrier, che per noi sono un canale importante per portare la tecnologia al mercato consumer. Poi ci sono gli switch, che rappresentano il 21%, e i prodotti di sicurezza. Il mercato ha cambiato il nostro mix di prodotti in modo naturale. Per il futuro vediamo grandi opportunità di crescita nell’area Voice over Ip, nella sicurezza e nel digital home, che è destinato a diventare una realtà importante a partire dal 2007: attualmente stiamo lavorando a un progetto con Microsoft e Intel. In generale, pensiamo che la crescita non si arresterà. Nel 2000, a causa del Millennium bug, ci sono stati grandi investimenti nell’It e ora, dopo cinque anni, per le aziende è il momento di riprendere a spendere".

Che cosa distingue i vostri prodotti dalla concorrenza?


"La tecnologia cambia in fretta, quindi cerchiamo di integrare il maggior numero di soluzioni diverse nello stesso prodotto: per esempio, un router Dsl che fa anche da switch, supporta il VoIp e il wireless. Poi puntiamo sulla facilità d’uso di tecnologie complesse: il 70-80% delle funzionalità dei router venduti da Cisco non sono utilizzate, e per installare questi apparati le aziende devono ricorrere a system integrator specializzati. Un altro elemento distintivo sono i costi bassi. Ogni nuova tecnologia che arriva sul mercato ha una finestra utile di tre anni per arrivare al mercato di massa. Se non accade in questo arco temporale, significa che resterà tagliata fuori. Per esempio, Fddi è rimasta limitata nel campus, non è mai arrivata allo small business. Un altro esempio sono le tecnologie Gigabit. Oggi le vendite sono in crescita, ma riguardano solo le grandi aziende, perché costano il doppio o il triplo di quelle Fast Ethernet. Noi pensiamo che una nuova tecnologia debba ridurre il prezzo del 50% nella seconda generazione. Prevediamo che nel 2005 il numero di porte Gigabit vendute raggiungerà quello delle porte Fast Ethernet, mentre oggi è un decimo, e le grandi aziende cominceranno a investire nel 10 Gigabit. Fast Ethernet non scenderà più di prezzo e in modo naturale uscirà dal mercato".

Nel tempo la vostra offerta si è molto ampliata. Vi considerate ancora una società focalizzata sullo small business?


"In effetti vengono introdotti sul mercato cinque nuovi prodotti ogni mese, fra novità e nuove realease. Ma siamo ancora un’azienda orientata allo small business, perché la tecnologia è cambiata ma la clientela di base è rimasta la stessa. Da qui viene il 45% del fatturato, mentre il 20% deriva da consumer e soho, il 15% dalle corporate e il 20% dalla Pubblica amministrazione. Ancora è presto per dirlo, ma forse anche il 10 Gigabit in futuro arriverà allo small business. Anche i nostri concorrenti, come Cisco, dicono di essere focalizzati sulle aziende medio-piccole, ma non contano tanto i prodotti, quanto il modello di business. Noi, per fare un esempio, forniamo al canale help desk gratuito e supporto per i progetti e questo mantiene basso il costo per i clienti".

Quali aziende considerate concorrenti?


"Dipende dall’area di attività. Per gli switch Hp, Ati, 3Com e Cisco. Per il broadband Alcatel, Siemens, e Thomson. Per il consumer Netgear e Linksys. La presenza in mercati diversi ci garantisce stabilità, perché non siamo legati all’andamento di un solo segmento e questo ci differenzia da molti nostri concorrenti".

Su quali progetti sono impegnati, al momento, i vostri centri di ricerca e sviluppo?


"Abbiamo quattro poli di ricerca, a Taiwan, in Cina, in India e in California. Le attività ora sono focalizzate in particolare sul broadband, che diventerà importantissimo in futuro, sullo sviluppo di switch managed a 10 Gigabit, allo scopo di dotarli di nuove funzionalità e più sicurezza necessarie per la diffusione del VoIp. Altre aree di sviluppo sono il Power over Ethernet e la sicurezza. Lavoriamo insieme con Texas Instruments, con cui abbiamo un accordo per lo sviluppo dei chipset".

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