Gartner e Idc presentano i dati preliminari relativi al terzo trimestre dell’anno. Incrementi nell’ordine del 17%, top vendor oltre il mercato. Hp più aggressiva, mentre Lenovo paga lo scotto del dopo-acquisizione.
Nel terzo trimestre dell’anno in corso, secondo le stime pubblicate ieri da Idc, le vendite di personal computer sono cresciute del 17,1%, attestandosi nell’ordine dei 52,8 milioni di unità.
Analogo incremento segnala Gartner, i cui rilevamenti indicano una crescita del 17,2% per circa 55 milioni di unità.
Entrambe le società di analisi evidenziano come si tratti una crescita ben superiore a quella registrata lo scorso anno, quando i tassi di incremento si erano fermati intorno al 14%, e, soprattutto, guidata ancora una volta dalla forte domanda di notebook.
A livello geografico, ancora una volta la crescita penalizza gli Stati Uniti, che mostrano incrementi tra il 10,5 e l’11%.
L’euro continua ad aiutare i mercati europei, che registrano vendite consistenti sia sul mercato business sia su quello consumer, così come non mostra segni di rallentamento il tasso di adozione in Cina e in altri mercati emergenti.
La classifica dei fornitori vede ancora una volta in testa Dell, seguita da una Hp che sembra aver recuperate competitività.
Entrambe le aziende crescono più del mercato, con un tasso di incremento che Idc stima nell’ordine del 17,8% e che Gartner attesta al 18,5% per Hp e al 17,6% per Dell.
Continua nel trimestre la corsa di Acer, che mostra crescite nell’ordine del 54%.
Nella top five di Idc, il primo posto spetta a Dell, con una share del 18%, seguita da Hp con il 16%. Lenovo è al terzo posto, con un 7,7% di share, seguita da Acer al quarto con una share del 4,7% e da Fujitsu-Siemens al 3,8%.
Bene, soprattutto sul mercato statunitense, anche Apple e Gateway, mentre una nota a parte merita Lenovo.
La società cinese sembra essere l’unica a perdere un po’ di terreno, scivolando dall’8% al 7,7%, con una crescita del 13,1%, inferiore dunque al resto del mercato.
Secondo le società di ricerca, tuttavia, si tratta di un calo fisiologico post-fusione.
Anzi, probabilmente Idc si attendeva uno scivolone molto più marcato.
Al di là delle cifre e delle classifiche, secondo le società di ricerca il fenomeno che si comincia a delineare, che evidentemente aiuta la tenuta del comparto, è una sorta di accelerazione registrata sui cicli di sostituzione delle macchine.
La riduzione del costo unitario di vendita delle macchine incoraggia cicli di replacement più rapidi, questo è un dato. Resta da capire se non si tratti di un fenomeno destinato ad avere contraccolpi nel corso del prossimo anno.