La ristorazione invita a pranzo l’Information technology

Gli operatori confermano che si tratta di un mercato dal grande potenziale, con il software in testa

giugno 2008

La vocazione turistica del nostro
Paese, il gran numero di ristoranti,
pizzerie, trattorie, autogrill,
rifugi e tavole calde che si trovano
distribuite su tutto il territorio nazionale
fanno supporre l’esistenza di un grande
potenziale per le soluzioni informatiche
di questo settore.
È veramente così?

Lo abbiamo chiesto a un operatore
che ha scelto di realizzare soluzioni per
questo settore già 20 anni fa
.

«All’epoca la decisione fu un po’ pionieristica
– commenta Antonio Piolanti,
direttore commerciale e marketing
della Lasersoft di Rimini – ma già da
allora avevamo intuito il potenziale di
questo settore
».
D’altronde i numeri
parlano chiaro (vedi tabella che riporta
gli associati alla Fipe, Federazione
Italiana Pubblici Esercizi): in Italia sono
presenti oltre 60.000 ristoranti, ai
quali bisogna aggiungere, come spiega
Piolanti, i bar, sia quelli di città che a
mezzogiorno servono piatti pronti,
sia soprattutto quelli di spiaggia che
servono piatti a tutte le ore e, poi, le
mense, i rifugi di montagna e vari tipi
di self service, senza dimenticare le
pasticcerie e le gelaterie, perché anche
loro hanno tavoli a cui si siedono clienti
che fanno un’ ordinazione e poi alla
fine chiedono il conto.

Totale: il potenziale c’è ed è grande:
«Si può stimare che il nostro tipo di applicazione
sia penetrato all’incirca nel
20% negli esercizi pubblici
– dichiara
Piolanti. – Si va da un 90% nei rifugi
sulle Dolomiti, al 50% dei locali sulla
riviera romagnola, oltre a qualche presenza
nelle città d’arte. Tempo fa si credeva
che il potenziale fosse nei grandi
ristoranti. Oggi, invece, si è capito che
il punto non è il numero dei tavoli ma
la velocità con cui ruotano i clienti.
Un software come il nostro interessa
a chi vuole migliorare il servizio accelerandolo,
per far ruotare rapidamente
i clienti con comande perfette e con il
conto pronto a fine pasto. Per far ciò
è fondamentale l’uso del palmare, anche
considerando la presenza di molti
camerieri stranieri che avrebbero
qualche difficoltà a trasmettere una
comanda scritta in cucina
».
Il potenziale
c’è. Ma, domandiamo, il mercato
tira?
« – risponde Piolanti – il mercato
della ristorazione è in forte sviluppo, a
differenza di quello degli alberghi che
è stato il primo che abbiamo indirizzato
subito dopo la nostra fondazione
».
E l’offerta è adeguata alle richieste del
mercato? «Il mercato è ancora molto
aperto, perché i fornitori specializzati
non sono molti, anche se stanno via
via crescendo. Ci sono poi due tipi di
offerta. Quella dei produttori di gestionali
che hanno verticalizzato le loro
soluzioni inserendo una componente
front end per soddisfare le esigenze di
sala e quella di coloro che hanno creato
una soluzione limitata alla ristorazione
appoggiandosi per le componenti
amministrative e contabili a un gestionale.
Lasersoft ha fatto quest’ultima
scelta perché, in questo modo, si può
realizzare una soluzione molto facile, a
livello di qualsiasi operatore. È poi importante
la sinergia con altri prodotti
come apparecchiature hardware specializzate.
Perciò tra i criteri di scelta
va considerato il supporto più o meno
integrato delle componenti hardware
».
Da Rimini passiamo a Catania, in
un altro territorio a forte vocazione
turistica. Il nostro interlocutore è
Massimo Mauceri, responsabile del
settore hospitality di Makers Consulting,
una software house particolarmente
bene informata su questo
mercato avendo realizzato, con Zetel
di Milano, una verticalizzazione di
Microsoft Dynamics Nav, specifica
per hotel e ristoranti e già installata
in una trentina di strutture (vedi articolo
qui a fianco).

Mauceri osserva che l’interesse per
una soluzione informatica come la
loro non dipende dalle dimensioni
del cliente, ma dalla cultura aziendale:
«Ci sono strutture aperte verso il
futuro, in mano a chef di nuova generazione
che hanno una mentalità
di gestione di tipo industriale e si
mostrano molto interessate, anche
se non hanno una dimensione particolarmente
grande. Invece altri ristoranti,
magari grandi e famosi, ma
ancora in mano a una proprietà che
non vede nulla al di là della qualità
dei piatti e delle materie prime, sono
indifferenti a soluzioni di tipo informatico.
Eppure l’informatica e una
gestione proattiva si possono perfettamente
sposare con la buona cucina,
la qualità e la tradizione come
dimostra proprio il caso Fini e tanti
esempi che vediamo all’estero
».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome