Ci punta forte QlikTech. Perché, come e con chi attuarla, con giudizio e senza correre dietro alle ombre, ce lo spiega Henrik Been.
QlikTech ha da poco rilasciato la versione 11 della propria piattaforma di analisi dei dati, QlikView, introducendo il concetto di processo decisionale social.
Con la Social business discovery, in sostanza, gruppi di lavoro e team possono collaborare esplorando collettivamente i dati in tempo reale e creare analisi insieme per arrivare a decisioni credibili.
Ne analizziamo con Henrik Been, Vice President Product Strategy di QlikTech gli elementi fondanti.
D: In parole semplici, cos’è e per chi è la Social business discovery?
B: Secondo noi l’esperienza di tipo sociale e collaborativo è un aspetto fondamentale. Sfruttando concetti provenienti dalla dimensione consumer, la Social business discovery consente agli utenti aziendali di collaborare alla scoperta di informazioni e generare analisi moltiplicative.
Gli utenti cooperano nella creazione di applicazioni analitiche e possono definire e rispondere ai loro stessi quesiti in team e gruppi.
Possono comunicare reciprocamente in tempo reale e in modalità asincrona per esplorare collaborativamente i dati, costituire percorsi di scoperta e analisi e giungere alle decisioni finali.
Gli utenti esplorano le applicazioni di Business discovery attraverso una lente di natura sociale’alla scoperta delle informazioni e dei dettagli di maggiore rilevanza per loro.
La Social business discovery permette scoperte inattese a vantaggio di decisioni migliori che consentono alle imprese di ottimizzare i loro processi decisionali.
Si rivolge a tutti i decision maker di un’azienda a tutti i livelli. L’approccio da noi proposto fa sì che gruppi di lavoro e team possano collaborare nell’assumere decisioni innovative più che mai in modo rapido, esplorando collettivamente i dati, sempre, ovunque e su qualsiasi dispositivo.
Un’altra importante novità è la possibilità di registrare le conversazioni, elemento di responsabilità che lascia uno storico dell’iter decisionale.
Con QlikView, responsabili It e analisti dispongono degli strumenti ideali per prendere decisioni più che mai adeguate al servizio dell’impresa come mai prima d’ora, grazie a funzioni di gestione unificata, capacità di fornire più rapidamente dati rilevanti, mirati e segmentati e analisi self-service in tempo reale.
D: Come influisce sull’insieme della Business intelligence? Ossia, sposta gli obiettivi esistenti o ne crea di nuovi?
B: Da tempo il software per la Bi viene propagandato come strumento ideale per favorire processi decisionali mirati e analisi pertinenti. Questi ultimi però non sono solo il risultato dei dati e di ciò che un utente vede e pensa. Sono anche il risultato della combinazione di vari punti di vista, delle conclusioni e dei compromessi ai quali giungono gli utenti, formalmente e informalmente.
Inoltre la Bi tradizionale non contempla due realtà importanti: le decisioni sono eventi di natura sociale e i consumatori adeguatamente informati tendono sempre di più a introdurre temi e sensibilità di natura sociale nella dimensione lavorativa.
Quando parliamo di social Bi non ci limitiamo a considerare semplici riformulazioni di funzionalità già esistenti come l’emailing di bookmark, il download all’interno di fogli elettronici o l’accesso di contenuti Bi tramite un portale.
La Social business discovery va oltre le opzioni tecnologiche che l’utente può abbinare manualmente; significa infatti mettere a sua disposizione scelte e strumenti adatti al suo particolare modo di lavorare e di scoprire.
D: Monitorando continuamente il rumore di fondo del mondo social un’azienda non corre il rischio di correre dietro anche alle ombre?
B: Non se è in grado di fare i giusti investimenti. La tecnologia consumer sta radicalmente trasformando il modo in cui viviamo.
Barre dei motori di ricerca, aggiornamenti di stato e app hanno trasformato il modo in cui centinaia di milioni di persone consultano e condividono le informazioni.
Google ha permesso a un miliardo di persone di porre qualsiasi domanda e ottenere risposte senza alcun aiuto.
Zuckerberg, con i suoi 800 milioni di iscritti a Facebook, ha inventato un modo per restare sempre connessi e condividere informazioni.
Le app hanno cambiato per sempre il nostro modo di intendere le applicazioni. Queste non sono più programmi ingombranti, bensì software leggeri e sviluppati su misura, disponibili a centinaia di migliaia. E non stiamo parlando solo di software nativo per i dispositivi Apple iOs. Un’app, molto semplicemente, può essere un’applicazione Web.
L’elemento fondamentale è che tutto questo diventa accessibile sempre, ovunque e secondo la modalità che preferiamo.
Le previsioni parlano di 27 milioni di iPad in uso entro il 2011, il 46% dei quali utilizzati in ambito lavorativo.
Anche l’industria della musica ha subito una trasformazione radicale in seguito all’affermarsi della figura del consumatore empowered. Lo stesso è avvenuto nel mercato dell’editoria. Anche il settore del software si sta trasformando, incluse le piattaforme Bi, il cui futuro appare all’insegna di un approccio completamente self-service. Gli utenti aziendali possono infatti porre domande e avere risposte in maniera del tutto indipendente, individualmente, in team e in gruppi. Esattamente quello su cui noi ci concentriamo con la Business Discovery e con QlikView.
D: Nelle aziende di oggi quali sono le figure aziendali deputate a gestire questi strumenti? Ne emergeranno di nuove in futuro?
B: Nella nostra esperienza diretta con i clienti vediamo che gli strumenti della Business Discovery sono di competenza delle funzioni business, in contrapposizione a quelle It. Naturalmente queste ultime si occupano della gestione di aspetti quali la data governance, la sicurezza, la scalabilità e l’affidabilità; tuttavia la creazione e la gestione collaborativa delle applicazioni analitiche risulta di pertinenza di utenti esperti, smanettatori di dati e netizen user.
Anziché la nascita di nuovi ruoli emergenti a supporto della gestione della Social business discovery, riteniamo più probabile che questa tecnologia diventi presto il modo in cui le persone semplicemente fanno la Bi.
D: QlikView11 in cosa differisce dal suo predecessore?
B: QlikView 11 apporta nuovi livelli di capacità e di gestibilità alla piattaforma QlikView Business Discovery. In quest’ultima release abbiamo focalizzato i nostri investimenti in cinque ambiti ben precisi: migliorare i processi decisionali collaborativi con la Business discovery di tipo social; avere maggiore visibilità su opportunità, rischi e relative performance aziendali grazie all’ analisi comparativa; estendere l’uso di QlikView ad altri dispositivi, fra cui anche gli smartphone, attraverso la Business Discovery mobile; consentire a un ventaglio ancora più ampio di utenti di sviluppare collaborativamente nuove app grazie alle capacità di sviluppo rapido delle app presenti nella piattaforma QlikView; migliorare la capacità di gestione e le performance di QlikView grazie a nuove funzionalità di piattaforma enterprise.
QlikView 11 mette in primo piano il concetto di esperienza sociale e collaborativa, con sessioni collaborative che favoriscono la cooperazione tra i decision maker, annotazioni che generano le discussioni e in ultima battuta diventano parte integrante dell’iter decisionale seguito, analisi comparativa per risultati più mirati e pertinenti.
D: C’è un limite di buonsenso all’utilizzo degli analytics in azienda o finirà che tutti ne saremo partecipi, con tutto ciò che ne consegue?
B: Secondo Gartner meno del 30% dei potenziali utenti BI aziendali ricorre attualmente a questa tecnologia. Questo perché spesso gli strumenti disponibili risultano complessi, lenti a rispondere e in grado di fornire contenuti poco pertinenti. Un problema al quale rispondiamo con la piattaforma QlikView Business Discovery capace di mettere a disposizione una Bi self-service. Secondo la nostra visione, la Business Discovery può portare vantaggi ai decision maker a qualsiasi livello aziendale.
D: Dopo l’ondata social e quella mobile, l’industria dell’intelligence a cosa si sta preparando?
B: Nonostante il grande battage e l’attenzione nei confronti di aspetti quali il social e il mobile, il grado di adozione della Bi social e della Bi mobile è in realtà ancora molto limitato. Sempre Gartner prevede che con il rapido sviluppo di funzionalità palmari e l’adozione massiccia a livello business, entro il 2014 il 33% degli strumenti di business intelligence verrà erogato su dispositivi mobili.
Ed entro il 2013 il 15% delle implementazioni Bi combinerà nei contesti decisionali gli elementi della Bi, della collaborazione e del software social.
Trend che si confermeranno importanti anche nei prossimi anni.
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