La tecnologia rende comodo il business

L’It come mezzo per anticipare le priorità strategiche ha spinto Natuzzi, famosa nel mondo per i divani, a rinnovare i suoi sistemi informativi

È un’It in fermento quella di Gruppo Natuzzi, conosciuta in tutto il mondo per la produzione di divani in pelle (famoso è il marchio Divani & Divani by Natuzzi) e quotata alla Borsa di New York. Le cinquanta persone che si occupano dei sistemi informativi, guidate da Achille Poretta, stanno, infatti, seguendo molteplici progetti di cambiamento e consolidamento, nell’ottica di raggiungere l’integrità dei processi in tutte le sedi aziendali (sei stabilimenti in Italia, due in Brasile, altrettanti a Shangai e uno in Romania, oltre a società commerciali nei cinque continenti).

«Siamo in una fase di rinnovamento dei sistemi informativi del gruppo – spiega Poretta -, accomunati dal fatto di essere centralizzati, pur servendo paesi diversi». Si tratta, sicuramente, di un fenomeno inconsueto, dettato dal fatto che l’espansione all’estero di Natuzzi è relativamente recente e si è inizialmente basata sul trasferimento di maestranze italiane, gestite da management italiano. «Col tempo, c’è stata una certa integrazione – aggiunge Poretta – e, a quel punto, al vantaggio tecnologico di poter contare sui medesimi sistemi, a parte piccole eccezioni, come per quanto rigurada il payroll, sono subentrate le difficoltà linguistiche e di conoscenza». Da qui, la decisione di cambiare, in primis l’Erp, mantenendo però come punto fermo alcune applicazioni specifiche per il settore dell’imbottito. Queste ultime sono soluzioni con una componente di ricerca molto alta, realizzate da Natuzzi (in collaborazione con varie università pugliesi) per ottimizzare il ciclo produttivo o, ad esempio, il carico dei container, essendo i costi di trasporto una voce rilevante nei numeri della società (che nel 2006 ha raggiunto un fatturato di circa 735 milioni di euro con circa 8.000 dipendenti).

«Il sistema transazionale era, invece, da cambiare – specifica il manager -, essendo stato molto customizzato negli anni. Siamo in fase avanzata di sostituzione con Sap, Erp prescelto dopo un’accurata software selection, e stiamo valutando un paio di prodotti di supply chain». Se sul lato infrastrutturale, infatti, Poretta ritiene che Natuzzi sia sempre stata molto avanzata, al suo arrivo, circa due anni fa, si è concentrato particolarmente sul fronte applicativo e sul miglioramento dei processi.

Tra il 2006 e il 2007 è stato realizzato “in casa” un sistema di Crm «basato sull’architettura Soa della piattaforma Bea, nelle sue due componenti di portale e di strumento di application integration» e l’azienda sta continuando a investire in area Business intelligence, dopo la scelta di OutlookSoft. «In questo momento – prosegue – siamo molto interessati a quelle tecnologie che ci consentono di anticipare le priorità di business dell’azienda, in un contesto in cui il progetto Sap avrà tempi di de-
livery non immediati. Stiamo anche portando avanti la virtualizzazione, mentre siamo completamente VoIp da tempo
».

Un’innovazione costante, dunque, che, con l’ingresso in azienda di Poretta, ha trovato anche una certa sistematizzazione: «Al mio arrivo ho trovato un’organizzazione tecnicamente molto preparata che richiedeva però un’ottimizzazione dei processi It. Non esistevano, poi, metodologie o un controllo della spesa It. Adesso, anche se i dati non sono completi, si può calcolare che il peso dell’It rispetto al fatturato è di poco superiore all’1%». Un altro aspetto a cui Poretta ha dato risalto è stato quello della comunicazione, sia con il management che con le persone del suo team. «La scelta dell’Erp è stata fatta con grande attenzione alle opinioni di tutti – commenta -, in un’ottica di coesione aziendale. Per me le metodologie sono importanti. Altrettanto lo è, se non di più, lavorare insieme ai miei sette primi riporti e motivare persone in gamba, tecnicamente preparate, giovani, con voglia di crescere». Per questo motivo, assume particolare rilievo la formazione, che è stata fatta «con una grande attenzione alle risorse disponibili. Quando siamo partiti con Sap, la leva dell’interesse professionale è scattata in quasi tutti».

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