La trasformazione digitale al servizio della trasformazione dei materiali: Aruba per SCM Group

 

SCM Group è un’azienda italiana leader mondiale nelle tecnologie per la lavorazione di una vasta gamma di materiali e nei componenti industriali. Le società del gruppo sono in tutto il mondo partner affidabili di affermate industrie che operano in vari settori merceologici: dall’industria del mobile all’edilizia, dall’automotive all’aerospaziale, dalla nautica alla lavorazione di materie plastiche. SCM Group coordina, supporta e sviluppa un sistema di eccellenze industriali, articolato in tre grandi poli produttivi altamente specializzati in Italia, con oltre 4.000 dipendenti e una presenza diretta nei cinque continenti.

La necessità

Per una realtà che nell’arco di numerosi decenni si è specializzata nel trasformare i materiali, fino a diventare un leader mondiale nei propri settori di competenza, era arrivato il momento di avviare un percorso di trasformazione digitale della propria infrastruttura IT interna lungo due direttrici parallele: consolidamento e modernizzazione.

Avevamo messo a punto un piano per integrare il più possibile le risorse sparse nelle server room delle nostre varie sedi e mettere in sicurezza il nostro data center dotandolo di quelle caratteristiche di resilienza divenute ormai necessarie per poter gestire in tranquillità le sfide di un gruppo in forte crescita la cui presenza internazionale richiede il perfetto funzionamento dei sistemi h24 senza soluzione di continuità”, ricorda Andrea Landini, CIO di SCM Group.

Il raggiungimento di questo obiettivo strategico era destinato a passare attraverso alcuni punti fermi come la migrazione nel data center principale di tutti gli asset presenti nelle sedi distaccate aventi una valenza enterprise, così da lasciare diviso solo quanto necessario a utilizzi strettamente locali; la possibilità di integrare nella nuova infrastruttura una serie di sistemi legacy che, per motivi architetturali, avrebbero dovuto rimanere fisicamente indipendenti; la capacità di innalzare il livello di sicurezza di sistemi e applicazioni di qualsiasi generazione; nonché l’introduzione di un adeguato sistema di disaster recovery. Il tutto evitando onerosi e rischiosi processi rip- and-replace bensì, al contrario, valorizzando più possibile l’infrastruttura preesistente procedendo con refresh tecnologici mirati all’interno di un piano di migrazione rapido, snello ed efficiente.

La soluzione

Tutte le esigenze rilevate da SCM Group hanno trovato puntuale risposta in una infrastruttura ibrida progettata ad hoc da Aruba Enterprise affiancando una soluzione di colocation a un cloud privato nel campus di Ponte San Pietro (BG) e attestando un sito di disaster recovery geografico nel data center Aruba di Arezzo. “Se c’è un elemento che ci ha particolarmente convinto durante la selezione del provider è stata senz’altro la capacità progettuale di Aruba Enterprise nell’aiutarci a disegnare e realizzare un’infrastruttura di questo genere in un contesto tecnologico di alto livello come quello del data center di Ponte San Pietro”, sottolinea Landini. “L’affiancamento da parte del team di progettazione interna di Aruba Enterprise è stato tanto efficace quanto decisivo per la buona riuscita della nostra iniziativa di modernizzazione”.

I vantaggi

Un’architettura completamente nuova e più razionale che ha concentrato e ottimizzato le risorse IT esternalizzandole in un ambiente ibrido adeguato, un aumento delle performance complessive attraverso la sostituzione degli apparati esistenti con sistemi di nuova generazione, la sicurezza della continuità operativa fornita da un data center ad alta ridondanza certificato ANSI/TIA 942 Rating 4 e la disponibilità di un sito secondario di disaster recovery: sono questi i risultati salienti ottenuti senza peraltro impattare sulla normale operatività dell’azienda e conservando l’integrazione con le soluzioni SaaS, IaaS e PaaS esterne su cui girano alcuni degli applicativi standard utilizzati dal gruppo.

Tutto il lavoro è stato svolto in maniera trasparente, le uniche variazioni apparse evidenti sono state quelle di ordine migliorativo”, commenta Andrea Landini. “Siamo passati da un’infrastruttura con performance variabili ad un ambiente che funziona al massimo livello prestazionale in ogni cosa, con una ricaduta positiva sulle attività dell’azienda”.

L’ulteriore riprova della flessibilità della nuova infrastruttura è arrivata tuttavia dopo qualche anno dal progetto iniziale, quando un impulso estremamente significativo alle attività di business ha richiesto all’IT un rapido adeguamento delle risorse chiamate a supportarle. Un nuovo step di crescita con un orizzonte di validità quinquennale che tocca gli ambienti computazionali, lo storage e la piattaforma di backup e l’ambiente VDI.

Di fatto si tratta di un nuovo refresh che tocca praticamente tutti gli aspetti dell’infrastruttura”, conclude Landini. “Anche qui risulta determinante l’apporto del team interno di Aruba Enterprise, con cui abbiamo studiato le modalità da seguire che prevedessero il minor disservizio possibile. Poter fare affidamento su un project manager dedicato che conosce il nostro ambiente e le nostre necessità fa senz’altro la differenza”.

Gli sviluppi futuri

Al termine dell’attuale processo di potenziamento, l’infrastruttura di SCM Group sarà in grado di gestire circa 10.000 utenti tra interni ed esterni con una capacità storage di 260 terabyte, oltre ad altri 700 terabyte impegnati per i backup. Ancora una volta si potrà considerare la conclusione di questo progetto come un nuovo punto di partenza verso obiettivi sempre più ambiziosi che non solo assicurino sempre le caratteristiche, le dimensioni e le funzionalità più adatte rispetto a esigenze di business in costante evoluzione, ma che possano anche introdurre nuove soluzioni tecnologiche abilitanti.

Ne è un esempio la trasformazione applicativa per mezzo della containerizzazione che l’azienda intende perseguire per disporre, dove opportuno, di un approccio ancora più snello rispetto alla virtualizzazione utilizzata sinora.

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